Un'indagine della Corte dei Conti, procura regionale dell'Umbria, si abbatte sui Pintoricchio di FCU.

Lo rende noto Il Messaggero nella sua edizione online odierna. Il sostituto procuratore generale, Enrico Amante a inizio anno ha chiesto alla Regione di fare chiarezza su tutto quello che riguarda quei treni, dal costo di acquisto a quello della manutenzione. Nella risposta - scrive Il Messaggero - si sommeranno milioni di euro e la calcolatrice dei giudici contabili sono pronte a sottolineare in rosso l'eventuale danno erariale. Tra l'altro viene chiesto di chiarire di chi è la proprietà di quei treni che sono stati utilizzati pochissimo in relazione al loro costo.

Il contratto d'acquisto di quattro convogli risale addirittura al 2006 al costo unitario di 4,6 milioni di euro. Oggi, sommando i vandalismi e l'usura del tempo di cui sono state vittime, si stima una spesa di quattro o cinque milioni per rimetterli in circolazione.

Il primo viaggio su Minuetto iniziò all'alba del 3 luglio 2008. Una corsa-spot per festeggiare il ritorno all'elettrico dopo 25 anni a gasolio. «Rielettrificare l'intero percorso della Centrale Umbra (eccetto la diramazione Ponte San Giovanni-Perugia Sant'Anna - ndr) non è stata un'opera semplice, occorrono prove di sicurezza e funzionalità», spiegava Vannio Brozzi, amministratore unico di FCU. Ma, dalla metà di quel luglio, concluso l'approccio sperimentale sulla Foligno-Terontola, i Pintoricchio fecero relativamente pochi giri di ruota con puntate su Roma, via Direttissima.

Si arrivò così al 2015, anno in cui il progetto tramontò, affossato da un deragliamento, tenuto sempre segreto, a Cesi. Prosegue Il Messaggero, lì il carrello del treno si manifestò inadatto su rotaie dove cominciavano ad affiorare problemi per la manutenzione non eseguita. Gli stessi che alcuni mesi più tardi costrinsero Mauro Fagioli, il direttore dell'esercizio, a chiudere l'intera ferrovia. Intanto quell'incidente, senza danni alle persone, aveva provocato l'accantonamento del convoglio.

La spiegazione ufficiale era l'inizio dell'ammodernamento della tratta Ponte San Giovanni-Perugia Sant'Anna ma nessuno eccepì che su quei binari il Pintoricchio non avrebbe mai potuto andare per la mancanza di linea elettrica e per la pendenza eccessiva della tratta, seconda in Italia alla Trento-Malè. Da quel momento i quattro "gemelli" sono parcheggiati a Umbertide, in balia dei writers e per qualche tempo rifugio notturno di sbandati in attesa di conoscere chi sia il proprietario.

L'assessore ai trasporti, Enrico Melasecche, ha cercato di dipanare la matassa. «Le risorse per l'acquisto erano in dotazione alla FCU e la Regione procedeva con atti di autorizzazione allo svincolo per procedere ai pagamenti».

Dal 2007 «FCU srl ha riversato le risorse rimaste nella propria disponibilità alla Tesoreria regionale e da quel momento la Regione ha provveduto al trasferimento a FCU ogni volta che c'era qualcosa da pagare». Nel 2009 «la Giunta ha approvato il rinnovo del contratto di programma Regione-FCU relativo agli investimenti all'interno dei quali per i Minuetto era previsto l'impegno di FCU a cederli a zero alla Regione» come «riportato nel contratto di programma 2011 a seguito del subentro di Umbria Tpl e Mobilità».

Ad oggi, però, «non risulta effettuato alcun trasferimento dei Pintoricchio al patrimonio regionale». Insomma, «al momento non sono proprietà né della Regione né di Umbria Tpl e Mobilità». Figli di nessuno, non solo perché abbandonati.

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