Ritorna un nuovo appuntamento con “Top & Flop” la rubrica di Ferrovie.Info in cui annoveriamo personaggi, aziende, enti o categorie che si sono, a nostro avviso, distinti in positivo e in negativo questa settimana.
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TOP - Recovery Plan e FUC
Si può essere europeisti o meno europeisti (noi, lo sapete, apparteniamo più ai primi che ai secondi) ma è innegabile che l'Europa non sembra rimanere con le mani in mano per quanto riguarda gli aiuti post-Coronavirus.
E ci piace vedere come l'impersonale concetto di "Recovery Plan" possa essere declinato nella realtà con un bel progetto per rilanciare la mobilità sostenibile e l'industria.
È il caso, ad esempio, della Ferrovie Udine - Cividale, che con i 26 milioni che potrebbero arrivare dall'Europa potrebbe acquistare treni a emissioni zero per una mobilità a basso impatto ambientale. Una soluzione che potrebbe arrivare entro due anni grazie a quattro treni ibridi alimentati a gasolio e a batteria che avrebbero anche la possibilità di collegarsi a Udine alla linea aerea per ricaricare proprio le batterie durante la sosta in stazione.
Se il progetto verrà approvato si prevede una riduzione dei consumi del 50% con convogli in grado di offrire 219 posti sui treni della tratta.
La FUC è una linea corta, sono appena 15 chilometri, ma siamo convinti che iniziative simili potrebbero arrivare anche su altri tratti di altre amministrazioni private. E ci piace tanto anche la tecnologia ibrida, che permetterà di abbattere emissioni e consumi di combustibili fossili nel futuro prossimo, laddove un'elettrificazione completa sarebbe troppo dispendiosa.
FLOP - ALe 880 di Latina
Non ci interessa di chi sia la colpa, non siamo giurati né tantomeno giudici. È evidente però che delle responsabilità ci siano anche se non si sa bene ascrivibili a chi.
Quanto successo alla ALe 880 di Latina è inaccettabile per un paese in cui si afferma un giorno sì e l'altro pure di voler far passare la cultura anche attraverso il treno.
Le storie, le ricostruzioni, le ricerche dei colpevoli non sta a noi farle. Di per certo qualcuno ha sbagliato e ci ha privato di un pezzo di storia ferroviaria italiana.
La noncuranza è ravvisabile in diversi comportamenti di questa strana vicenda che ci lasciano amareggiati se non arrabbiati, perché se per alcuni questo era solo "un treno vecchio", per molti appassionati e cultori della Storia ferroviaria aveva un importante significato in nome del quale doveva essere tutto gestito meglio, anche perché, diciamoci la verità, peggio era impossibile.
Noi abbiamo anche un'altra paura, ossia che molti aspetti della "cosa pubblica" siano amministrati con analoga approssimazione, senza un piano preciso, senza un'idea su cosa fare, partendo con un progetto che non ha basi solide. Della serie "iniziamo, poi vediamo come va", senza pensare alle possibili conseguenze.
Nessuno ci ha fatto una bella figura con la piccola "littorina" (che non era una littorina, dannazione, ma il giornalista generalista italiano medio la chiama così e pure stà storia dovrebbe finire prima o poi...). Speriamo almeno che questo brutto episodio serva come monito per circostanze future. I treni sono una cosa seria, specialmente se sostanzialmente unici come quello che abbiamo perso per sempre. Flop, a tutti. E vergogna.
Alla prossima settimana.