Ancora critiche per il progetto barriere lungo al ferrovia a Falconara.
«Il progetto delle barriere fonoassorbenti lungo la ferrovia non può essere calato dall’alto sui territori, senza tenere conto della loro peculiarità, perché in località come quelle costiere delle Marche sarebbe devastante, distruggerebbe economia, ambiente e paesaggio. Il presidente della Giunta regionale, Francesco Acquaroli, condivide questa posizione e porteremo avanti insieme e con i cittadini la battaglia contro l’opera ipotizzata da Rfi».
Queste le parole del sindaco Stefania Signorini all’indomani dell‘incontro in Regione tra lo stesso presidente Acquaroli e il coordinamento dei comitati dei cittadini “No al muro, sì al mare“, cui il primo cittadino di Falconara ha partecipato insieme a quello di Mondolfo, Nicola Barbieri e di Senigallia, Massimo Olivetti.
«Falconara è stato il primo Comune ad attivarsi – ricorda Signorini – inizialmente con una delibera di Giunta adottata a fine novembre 2018, poi con un Consiglio comunale aperto nel febbraio 2019, cui aveva partecipato lo stesso Francesco Aquaroli in qualità di parlamentare marchigiano. Ne ho apprezzato da subito la vicinanza dimostrata durante i primi passi di questa battaglia, vicinanza espressa concretamente anche con un’interrogazione parlamentare e ribadita in qualità di presidente della Giunta regionale».
«Ringrazio anche l’assessore Stefano Aguzzi, che ha espresso in maniera inequivocabile la sua posizione, che è anche la nostra. I motivi della contrarietà al progetto restano gli stessi messi nero su bianco nella delibera del novembre 2018: creerebbe un enorme danno economico, tanto al turismo quanto al valore degli immobili, peggiorerebbe la qualità dell’aria perché impedirebbe alle brezze marine di disperdere l’inquinamento veicolare lungo la Flaminia, impedirebbe al Comune di gestire il territorio e comprometterebbe il paesaggio, perché impedirebbe la vista del mare e creerebbe una divisione netta tra la città e la spiaggia».
Aggiunge l’assessore al commercio Clemente Rossi «nelle Conferenze Stato-Regioni quando non c’è l’unanimità la legge prevede che la responsabilità della decisione passi al presidente del Consiglio dei ministri. Dovrà essere tenuta in considerazione anche la posizione dell’Unione Europea, che ha evidenziato come la questione del rumore sia complessa e che quella delle barriere è una soluzione non esaustiva.
Secondo l’Ue vanno privilegiati gli interventi che agiscono alla fonte del rumore, tanto è vero che nel resto d’Europa sono state adottate soluzioni con materiale rotabile innovativo. L’ad e direttore generale di Rfi, Maurizio Gentile, in due occasioni, anche recentemente, hanno invocato una nuova legge che riprenda questo orientamento dell’Ue, ma già il Decreto legge del 29 novembre 2000 del Ministero dell’Ambiente contempla diverse soluzioni e in via prioritaria raccomanda di agire sulle fonti del rumore per abbattere l’inquinamento acustico lungo la ferrovia».
«Solo in subordine si dovrebbero realizzare le barriere. La soluzione non può essere un muro alto otto metri, che richiederebbe un investimento tra i 5 e i 7 milioni di euro al chilometro. Tra l’altro il problema del rumore non dipende tanto dall’alta velocità, quanto dai treni merci, che viaggiano a velocità molto basse e sono i più rumorosi e, nel caso di Rfi, il parco mezzi per le merci delle Ferrovie è in gran parte ancora vetusto.
Uno studio da parte della direzione generale delle politiche interne dell’Unione europea del marzo 2012, sul tema della riduzione dell’inquinamento acustico, ha confermato che i treni che viaggiano a velocità fino a 30 chilometri all’ora sono più rumorosi e la rumorosità torna a salire oltre i 200 chilometri orari, velocità che non viene raggiunta lungo la linea Adriatica».


