“Cosa giustifica il costo treno al km che risulta essere ampiamente superiore a qualsiasi altra regione italiana?

Come è possibile che il contratto di servizio non preveda l’aumento di nemmeno un km in più da qui fino al 2032 nonostante le necessità più volte ribadite da comitati e territori? Davvero è stata verificata la necessità del rincaro dei biglietti, il cui aumento del 7% previsto per il 2021 per ora è solo rinviato a giugno, e momentaneamente coperto con l’utilizzo delle penali, visto l’obbligo contrattuale di preservare il piano economico finanziario?”

Queste le domande che i comitati di pendolari pongono a Regione Liguria e aggiungono: “L’assessore ai trasporti Berrino in tanti anni non si è mai fatto venire la curiosità di verificare i dati dei ricavi – desunti da informazioni parziali e diffusi dai media -, anche quando era palese una sottostima degli stessi da parte degli uffici? E quanti altri aspetti del contratto non sono stati verificati?”.

Grazie alla pronuncia del Consiglio di Stato i cittadini potranno finalmente conoscere il contenuto degli allegati contenenti i dati economici e dei ricavi derivanti dalla tariffa maggiorata delle Cinque Terre. E finalmente, a quanto si apprende da Berrino, li conoscerà anche la Regione. Infatti, ad oggi non sarebbe in possesso dei dati relativi ai ricavi da tariffa 39/CinqueTerre perché ‘rientrano nel bilancio, cioè non ci dicono quanto’. Eppure il contratto prevede che Trenitalia trasmetta annualmente i dati relativi ai proventi in forma di database con ‘le somme incassate dalla vendita dei biglietti, con dettaglio mensile, distintamente per ogni tariffa e titolo di viaggio, estraibili dai sistemi aziendali'”.

“L’assessore – prosegue l’attacco dei comitati – durante il consiglio del 19 gennaio, rispondendo all’interrogazione del gruppo Sansa Presidente, ha confermato quanto evidente: al di là delle argomentazioni fumose, la realtà è che Regione Liguria ha fatto un affidamento diretto a Trenitalia accettando che i dati economico – finanziari venissero posti (illegittimamente, come sentenziato dal Consiglio di Stato il 4 gennaio u.s) sotto ‘omissis’, a salvaguardia della posizione di Trenitalia ma non dell’interesse pubblico.

Ma è proprio da questi dati che dipende in ultimo la verifica della quantità e della qualità del servizio offerto al cittadino, cittadino che non per nulla vorrebbe capire”.

“Se – concludono -, come ammette finalmente Berrino in Consiglio, ‘in quel tratto di costa fortunatissima si incassano milioni di euro grazie ai biglietti che solo i turisti pagano’ ma che Trenitalia ha diritto ‘solo’ al 5,97% del capitale investito, e ‘tutti gli altri soldi sarebbero reinvestiti nel contratto di servizio della Liguria in termini di treni, di diminuzione dei prezzi o eventualmente di aumento dei chilometri’, come è possibile che nella relazione finanziaria annuale di Trenitalia riporti i proventi del ‘prodotto leisure 5Terre’ tra le prime voci alla base dell’incremento dei ricavi da tariffa per l’anno 2018?”.

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