Nel nostro Paese un “notevole flusso” di incidenti ferroviari è causato dalla “mancata manutenzione alle infrastrutture e ai veicoli, oltre che dagli attraversamenti pedonali”.
Parole pesantissime messe nero su bianco dalla Corte dei Conti nella relazione sulla gestione amministrativa per il triennio 2017-2019 dell’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie (Ansf).
Dalla lettura dei dati analizzati dalla Sezione centrale di controllo sulle amministrazioni dello Stato della Corte dei Conti, “si evince che quelli del 2018 mostrano una crescita del numero degli incidenti e delle vittime sulla Rete It”, fenomeno imputato “all’incremento delle problematiche manutentive e all’indebito utilizzo dei passaggi a livello”.
Proprio al 2018, a ben vedere, risalgono l’incidente di Pioltello e quello di Caluso che hanno causato rispettivamente tre morti e 34 feriti gravi e due morti e 21 feriti gravi.
“I deragliamenti di treni – osserva la Corte dei Conti – evidenziano criticità nella manutenzione, in alcuni casi con rilevantissime conseguenze come nel caso dell’incidente di Pioltello che ha comportato la configurazione, in sede penale, del reato di disastro ferroviario determinato da ‘danneggiamento ciclico irreversibile generato da insufficiente manutenzione'”.
E anche per quanto riguarda i cosiddetti “precursori di incidenti”, vale a dire eventi che, in altre circostanze, avrebbero potuto portare a un incidente, l’analisi colloca l’Italia in “una posizione lontana dalla media europea in relazione a carenze di manutenzione e di applicazione di nuove tecnologie”. Il nostro Paese, infatti, presenta un rapporto tra precursori e incidenti effettivamente avvenuti nella percentuale del 40% circa contro una media europea del 7-8%.
La relazione della Corte dei Conti, scrive in una nota Assoutenti “conferma i dubbi sollevati più volte circa l’attività di manutenzione che viene svolta sulla rete ferroviaria italiana”. “Sui binari italiani – nota il presidente di Assoutenti, Furio Truzzi – si registra un numero eccessivo di sinistri, in larga parte addebitabili proprio alla scarsa manutenzione sulla rete. Tra il 2009 e il 2020 ben otto incidenti gravi hanno causato 79 vittime e 241 feriti, a dimostrazione di come la sicurezza ferroviaria sia un problema ancora aperto e irrisolto.
Gli utenti – aggiunge Truzzi – sul delicato tema della manutenzione richiamato anche dalla Corte dei Conti, vogliono vederci chiaro: per questo chiediamo che all’interno dell’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie sia nominato un delegato alla sicurezza, individuato dalle associazioni dei consumatori, che abbia accesso a tutti gli atti relativi alla manutenzione ferroviaria, incrementando così la trasparenza in favore dei fruitori finali del servizio”.
“Rilevante – si legge ancora nella relazione della Corte dei Conti – è anche il fenomeno afferente ai pedoni, che riguarda, nel 2018, il 71% cento degli incidenti significativi e il 52% delle vittime (65 morti e 17 feriti gravi) e, nel 2019, il 68% degli incidenti significativi e l’84% delle vittime (36 morti e 16 feriti gravi); tale dato, accanto al profilo della correzione di scorretti comportamenti individuali, richiede l’adozione di adeguati sistemi tecnici e tecnologici per contrastarlo con maggior efficacia”.
Dal documento emerge che l’Agenzia ha comunque sollecitato gli operatori ferroviari su una serie di interventi ritenuti prioritari. Tra questi, “allineare i livelli di sicurezza in tutte le parti del sistema”, così come “garantire l’efficacia dei processi manutentivi” ma anche “limitare il numero degli indebiti attraversamenti della sede ferroviaria”.
Come “nota positiva”, infatti, la Corte dei Conti segnala “l’effettiva diminuzione dei passaggi a livello poco sicuri e l’aumento dei livelli di sicurezza”.