Con la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina il trasporto via mare sarà un asset molto meno economico.
Questa la conclusione a cui è giunta in questi giorni la Corte dei Conti, chiedendo a governo e RFI di ripensare all’investimento di 80 milioni per il rinnovo della flotta dei traghetti.
Si tratta di somme già stanziate e che dal controllo dei giudici contabili risultano comunque non spese e arenate tra gare deserte e procedure bloccate.
I magistrati contabili osservano: “Il Mit e RFI dovrebbero definire tempestivamente le linee strategiche che possano utilizzare nel modo più efficace possibile il budget stanziato dal Pnc per il rinnovo della flotta di RFI, secondo criteri che tengano conto della possibilità di non utilizzare più le navi ovvero di utilizzarle in misura minore, ove il Ponte entrasse in piena funzione secondo i tempi annunciati dal Governo”.
E tuttavia, qualora il Ponte venisse realizzato, dovrebbe garantire il regolare attraversamento dello Stretto da parte dei pendolari e per questo in audizione nelle commissioni parlamentari, il presidente dell’autorità di sistema portuale, Mario Mega, ha posto all'attenzione il problema, ritenendo necessario riorganizzare i servizi di traghettamento.
Servizi che devono essere certi anche nelle situazioni in cui l'utilizzo del Ponte fosse interrotto.
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