Tra i tanti modelli usciti in questi primi giorni del 2021, uno ha raccolto particolari e meritati entusiasmi.
Stiamo parlando delle “Škoda” cecoslovacche che ACME ha già declinato in diverse versioni pur essendo di nuovissima costruzione. Nel corso dei giorni passati sono uscite due unità della compagnia ferroviaria della Repubblica Ceca České dráhy, una della compagnia privata RegioJet e una delle Ferrovie Nord Milano che è quella che maggiormente ci interessa, non fosse altro se non per il fatto di aver circolato fino a non molto tempo fa nel nostro paese.
Il modello proposto dalla casa milanese, articolo 60319, si presenta nella ben collaudata ed elegante scatola rossa e immerso nella spugna protettiva, avvolta dal solito foglio di plastica.
A fine “corsa” la ditta si è ricordata (alleluja) di lasciare lo spazio per i ganci, così da non doverli inserire e disinserire ogni volta come invece costringe senza motivo a fare su altri rotabili.
Come sempre il mezzo viene fornito con un frontale modellistico e uno allestito “realistico” e sostanzialmente pronto per essere utilizzato sul plastico.
Pochi gli aggiuntivi presenti, tra i quali alcuni assi con anelli di aderenza e l'occorrente per attrezzare i frontali tutti realistici o tutti modellistici.
Aprendo la confezione si ha subito l’idea che ACME abbia compiuto un ottimo lavoro. Dobbiamo essere onesti, questa sensazione l’avevamo avuta già con la RegioJet uscita qualche giorno prima e la FNM non fa che confermarla, anche perché, come al vero, si tratta sostanzialmente della medesima macchina.
Prendendo il modello in mano vengono subito restituite le forme della locomotiva originale e “al tatto” non possiamo negare di aver avuto la sensazione di trovarci di fronte a un modello solido, ben fatto ma robusto, impressione non sempre presente in passato con altri modelli della stessa ditta.
All’analisi visiva il modello conferma quanto di buono riconsegnato dalla prima sensazione. Le forme restituite sono eccezionali, tanto sulle fiancate quanto sui frontali che ben ricordano il treno in scala reale.
Ben fatto anche l’imperiale che per quanto sia meno difficile rispetto ad altre unità (anche dello stesso tipo), è correttamente realizzato e con tutte le apparecchiature dislocate al punto giusto. La parte centrale rialzata, almeno nel modello in nostro possesso, tende leggermente a incurvarsi alle estremità ma alla normale vista l’effetto è praticamente invisibile.
Sulle fiancate belli e fini i corrimano, ben fatte le griglie che sono giustamente incise (anche se a dirla tutta al vero si sporcano con una tale facilità che probabilmente sono state verdi solo quando la macchina è uscita dalla fabbrica) così come i finestrini, con i caratteristici oblò laterali corretti per forma, dimensione e dislocazione. Giuste le nervature con i vari dettagli su di esse presenti posizionati correttamente come le targhe a centro fiancata.
Ben riprodotto è anche il sottocassa, con i fini carrelli che risultano ben incisi e dotati per questo di buona profondità. Secondo le foto in nostro possesso il cassone centrale nella fiancata lato oblò dovrebbe avere la parete liscia e non con le nervature verticali.
Sui frontali nulla da dire. La riproduzione è pressoché perfetta in tutte le sue sfaccettature. La sola mancanza che rileviamo oltre a quella di una piccola traversa sui vomeri è quella del cavo a 78 poli. Su questo argomento bisogna dire qualcosa in più. Quando le macchine sono arrivate in Italia e hanno ricevuto la verniciatura FNM senza fascia rossa non lo avevano sicuramente.
Però dalle foto che abbiamo trovato ne erano certamente dotate già dopo il 1996. La macchina reca sulle fiancate come data di revisione settembre 2000 quindi probabilmente avrebbe dovuto averlo.
Pronti a tornare su quanto appena detto qualora saltasse fuori una fotografia che confermi il contrario, ci sentiamo però di scrivere che una eventuale applicazione da parte del modellista sarebbe invero piuttosto semplice.
Proseguendo arriviamo alla verniciatura. Con il livello raggiunto dal settore è difficile trovare un modello industriale che nel 2021 abbia qualche problema sotto questo aspetto e la E 630 di ACME non fa eccezione. I colori a nostro modo di vedere rispecchiano perfettamente quelli della locomotiva in scala reale e lo schema applicato risulta corretto in tutto e per tutto, con una ottima nitidezza e una altrettanto ottima copertura.
Discorso simile è valido poi per le scritte di servizio che sono leggibili a occhio nudo ma pure per le targhe, come si evince anche dalle foto a corredo di questa recensione.
Meccanicamente le E 630 di ACME vanno molto bene. Buona forza di trazione e minimo eccellente ne fanno una macchina perfetta per il plastico anche grazie alle dimensioni non generose che le concedono una ottima circolabilità.
Buone le luci bianche e rosse per intensità e tonalità, e buono anche il terzo faro che è fortunatamente escludibile con facilità.
Per le sue caratteristiche (e in parte anche per il materiale attualmente disponibile sul mercato) la E 630 di ACME si presta bene come locomotiva da treni merci, servizi sui quali è stata a lungo impiegata nel corso della sua carriera.
Coloro che pensassero di non prenderla perché troppo localizzata nel nord Italia saranno costretti a ricredersi. La locomotiva è giunta in servizio regolare alla testa di treni merci almeno fino in Centro Italia (foto qui sopra di Lorenzo Pallotta a Monterotondo, nord di Roma), senza considerare che per vari motivi è scesa anche al Sud percorrendo, peraltro, anche la Direttissima tra Orte e Roma.