È stata la rottura di una ruota a provocare il deragliamento del treno merci nella galleria di base del San Gottardo, lo scorso 10 agosto.

Lo ha confermato un rapporto intermedio del Servizio d'inchiesta svizzero sulla sicurezza (SISI), in cui si precisa che i sistemi di controllo esistenti non sono stati in grado di rilevare il danno esistente.

Secondo il rapporto del SISI, la rottura della ruota può essere attribuita a crepe da fatica nel metallo. Tali crepe aumentano con l'uso continuo del treno fino alla rottura della ruota. Il Servizio d'inchiesta sulla sicurezza non ha riscontrato alcuna prova di difetti operativi come causa dell'incidente.

Stando allo stato attuale della tecnica nell'infrastruttura ferroviaria svizzera, non è stato possibile scoprire le crepe utilizzando i dispositivi di controllo del treno.

Secondo il Servizio d'inchiesta svizzero sulla sicurezza, durante le indagini sui treni in servizio una fessura può essere individuata solo in maniera limitata. Dipende dalle sue dimensioni. Inoltre, le crepe si possono identificare soltanto nella zona visibile della ruota.

La tipologia dei danni corrisponde a un avviso di sicurezza delle autorità belghe e italiane del 2017, sottolinea ancora il SISI. Nel 2016 e nel 2017, in Belgio e in Italia, in carri merci dotati di ruote del medesimo tipo si erano verificate diverse crepe e fessure.

Sono state quindi adottate misure per limitare i rischi durante il funzionamento e la manutenzione.

Quello deragliato nella galleria di base del San Gottardo era l'undicesimo di una composizione di 30 vagoni e apparteneva a una ditta zughese.

Secondo quanto riportato nella documentazione del SISI, un frammento del disco di una ruota si è rotto una decina di chilometri dopo l'ingresso nel tunnel. Successivamente si sono staccati altri frammenti, l'ultimo dei quali a 17 chilometri dal portale della galleria.

Complessivamente, il 10 agosto, sedici carri merci del treno che viaggiava in direzione nord nel tunnel sono deragliati nei pressi della stazione multifunzionale di Faido.

I danni causati dall'incidente nella canna ovest si sono rivelati molto più ingenti di quanto inizialmente stimato, imponendo la sostituzione di circa 8 chilometri di binari e 20.000 traverse in calcestruzzo.

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