"Allegro" siparietto della politica attorno al nuovo Frecciarossa su Pompei.
A dare il via alle danze è stato il Governatore della Campania, De Luca.
“Il ministro delle cerimonie ha prodotto un’altra performance. Non lo avevo capito neanche io, ma c’è un treno che arriva ogni mese, niente di meno, a Pompei. Veramente abbiamo perso il senso del ridicolo in questo Paese” ha detto il presidente a margine di una inaugurazione a Salerno, in riferimento al viaggio inaugurale, ieri, del Frecciarossa Roma - Pompei con la premier Meloni e il ministro Sangiuliano.
Il governatore era presente alla stazione di arrivo, nella città vesuviana.
A chi gli chiedeva se avesse avuto un colloquio ieri con la premier a Pompei, De Luca ha risposto: “No no, eravamo a quaranta gradi all’ombra.
La premier andava di corsa, era in partenza per la Tunisia e la cerimonia bisognava farla rapidamente perché se no qualcuno poi si accorgeva che il treno arrivava una volta al mese e, magari, diventava imbarazzante anche per la premier”.
La risposta arriva a stretto giro dalla deputata di Fratelli d’Italia Imma Vietri.
“De Luca è stato probabilmente vittima di un colpo di sole. Criticare il Governo perché attiva un nuovo treno ad alta velocità per rendere più fruibile un sito archeologico straordinario come quello di Pompei è veramente surreale.
A differenza sua, il premier Meloni e il ministro Sangiuliano non tagliano il nastro di opere che poi non vengono mai realizzate.
Inoltre, è stato già ribadito che il nuovo treno implementerà le corse entro l’anno. Quindi, ancora una volta, De Luca ha perso una buona occasione per tacere”.
La polemica, però, non si è fermata qui.
A perdere la pazienza sono stati infatti circa cinquanta fra giornalisti, operatori televisivi e fotografi, i quali hanno riscontrato disagi già alla partenza da Roma Termini.
Per la giornata, infatti, oltre al treno passeggeri regolare, era stato organizzato come abbiamo documentato anche un Frecciarossa speciale con a bordo le autorità e i giornalisti.
Ad accendere gli animi è stata l’impossibilità, per la stampa, di documentare l’arrivo della presidente del Consiglio alla stazione romana, dal momento che ai cronisti è stato dato l’ordine (per motivi di sicurezza) di salire sul treno (in largo anticipo) senza possibilità di porre domande e realizzare fotografie, rinviando il tutto a un momento con la stampa a Pompei.
Ma non è finita qui qui perché in Campania sono sorti nuovi problemi. La delegazione istituzionale è stata trasferita a Parco archeologico di Pompei per una visita agli scavi, mentre i giornalisti sono stati lasciati oltre trenta minuti sotto un sole cocente in attesa del ritorno della premier Giorgia Meloni.
Un’attesa durata fino alle 13 circa, con la protesta dei rappresentanti della stampa che non hanno potuto seguire la visita trattenuti dal servizio di sicurezza dietro un cordone, «armati» del solo ventaglio messo a disposizione dalle Ferrovie, di alcuni ombrelli bianchi e di qualche genere di prima necessità.
Sull’episodio è intervenuto anche il deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli: «La nostra solidarietà ai giornalisti che, nel tentativo di svolgere il loro lavoro, sono stati rinchiusi in una carrozza di un treno — ha commentato il co-portavoce di Europa Verde —.
Giorgia Meloni insegue il Cul.Pop.Mel, di lontana memoria, per scrivere lei una Cultura Popolare Meloniana distorcendo la realtà e anni luce dai veri problemi del paese.
E lo fa rinchiudendo gli esponenti della libera stampa italiana che vorrebbero invece scrivere quel che vedono, sentono e pensano. Anche oggi un’altra pagina buia della nostra Repubblica», ha poi concluso Bonelli.