«Una MedioEtruria a Rigutino sarebbe l’unica soluzione che permetterebbe a gran parte della popolazione di Perugia di raggiungere tale stazione via treno, evitando così traffico, incidenti e dannose emissioni di anidride carbonica».

A meno di 24 ore dall’approvazione, da parte della Regione Umbria, del documento preliminare al Piano trasporti in cui si indica Creti come collocazione ideale della possibile nuova stazione, a prendere la parola è il comitato aretino che, da anni, si batte affinché la MedioEtruria sia costruita a Rigutino.

Lo rende noto Umbria24.

Il tutto nella giornata in cui, a Roma, i presidenti di Umbria e Marche hanno incontrato il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini insieme ai vertici di Trenitalia e Rfi.

«Insieme all’assessore Enrico Melasecche – scrive Donatella Tesei su Facebook – abbiamo ribadito l’importanza per l’Umbria di tale opera, un fondamentale tassello per collegare quotidianamente la nostra regione con l’alta velocità, sia verso nord che verso sud».

Il problema, è capire dove realizzare la stazione con il governatore toscano Eugenio Giani che giorni fa ha indicato come soluzione più adeguata Rigutino.

A sciogliere il nodo dovrebbe essere il tavolo tecnico frutto del protocollo firmato a ottobre da Ministero delle Infrastrutture, Rfi e dalle due Regioni; tavolo a oggi mai convocato: «Il Ministero – assicura Tesei – ha annunciato che a breve lo avvierà».

Sul punto, il comitato «attende con ansia il famigerato studio tecnico, accennato dal ministro Salvini per decidere la definitiva location di questa stazione, sperando che la politica lasci lavorare in pace i tecnici».

Quel che è certo è che il comitato boccia quindi la soluzione proposta dalla Regione, dicendosi «profondamente deluso e perplesso da questa ultima novità» e mettendo sul tavolo una serie di elementi a favore di Rigutino; opzione indicata nel Piano trasporti della precedente giunta umbra e sostenuta di recente anche dal presidente della Toscana Eugenio Giani.

«La nostra campagna di sensibilizzazione – scrive il comitato che ha raccolto migliaia di firme ad Arezzo – non si fonda su campanilismi o interessi personali, bensì su due diversi studi tecnici portati avanti con rigore da quattro diverse università, stime di bacini di utenza, pareri di autorevolissimi ingegneri, esperti del settore ferroviario e dati di percorrenze».

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