In un coro pressoché unanime di voci positive non sono mancati gli uccelli del malaugurio, che imbottiti di ideologia "un tanto al chilo" hanno sparato a zero sul nuovo collegamento Frecciarossa tra Milano e Parigi senza avere, vale subito la pena precisarlo, alcuna idea chiara dell'argomento.
Ed ecco allora che il treno è solo per i ricchi (se si programma il viaggio per tempo, come su tutti i mezzi di trasporto, si trovano biglietti anche a 29 euro), che una TAV (ancora con questo termine....) tra Torino e Lione c'è già (forse nei loro incubi più ricorrenti dopo la peperonata serale), che la nuova linea in costruzione permetterà di guadagnare solo una manciata di minuti (e qui la colpa la diamo alla bagna cauda) e che un treno veloce tra Milano e Parigi c'è già, ossia il TGV di SNCF (ignorando che per questioni tecniche che non capirebbero nemmeno se gli fossero spiegate come fossero bambini di 6 anni questo treno non può andare in AV tra Milano e Torino).
Basterebbero queste poche righe per classificare le "informazioni" date da siffatti "giornali" come bit inutilmente sprecati ma vogliamo andare un pochino oltre soprattutto su un punto, il terzo, che cambierà radicalmente il modo di viaggiare di molti italiani entro alcuni anni.
Una premessa è d'obbligo, prima del 2031 la situazione è destinata a rimanere quella attuale, a meno di inattesi sconvolgimenti. Sarà da quell'anno che il trasporto di persone e merci tra Italia e Francia subirà un secondo scossone, quello definitivo.
Secondo i dati diffusi da TELT, per quel che riguarda il transito dei passeggeri, la nuova linea completerà i collegamenti ferroviari ad alta velocità tra le cinque regioni metropolitane d'importanza maggiore in Europa (Londra, Parigi, Madrid, Milano e Barcellona), in un contesto nel quale si concentrano i principali arrivi di turisti di tutto il Mondo.
I benefici sono evidenti. Oggi i treni da Parigi a Torino impiegano circa 6 ore per raggiungere la loro destinazione. Con la nuova linea ferroviaria, ad esempio, la distanza tra Parigi e Torino per i passeggeri sarà di 3h17 e quella fra Lione e Torino, più che dimezzata, passerà da 3h 43’ a 1h 47’.
Come può capire anche un bambino di 6 anni ma forse non alcuni "giornali", si parla di ore, non di manciate di minuti. Tutto sta ad evitare di confondere acqua e grappa mentre si sta scrivendo un articolo.
Inutile dire che simili guadagni di tempo aprono poi scenari del tutto nuovi anche per il Centro Italia.
Se Milano potrà essere collegata a Parigi in circa 4 ore e mezza, nulla esclude in un secondo momento di ipotizzare servizi diretti anche da Roma, magari con un collegamento no-stop tra la Capitale Politica e quella Economica che permetterebbe di arrivare a destinazione in Francia in 7 ore e mezza. Una tempistica concorrenziale all'aereo se si considerano i tempi per arrivare e tornare dagli aeroporti, i controlli di sicurezza, il check-in, il tempo di volo e chi più ne ha, più ne metta.
Inutile dire che a quel punto potrebbero entrare in gioco anche Firenze e Bologna con inevitabili benefici per il turismo anche del territorio circostante e del resto che questa non sia fantascienza lo stanno dimostrando già ora le ferrovie svizzere SBB CFF FFS che con i loro Giruno hanno già raggiunto, da Zurigo, Genova, Venezia e Bologna con la possibilità di strizzare l'occhio anche a Roma e Firenze.
Insomma, la partenza del Frecciarossa 1000 tra Milano e Parigi ha rappresentato sicuramente l'inizio di una svolta nel modo di viaggiare in Europa almeno a latitudini alle quali non eravamo abituati. Una svolta "green", peraltro, che solo chi si ostina a rimanere mentalmente nel Medioevo rischiando l'estinzione può non apprezzare.