La notizia era stata data lo scorso luglio anche se qualche giorno fa ha avuto un minimo aggiornamento.

Parliamo dei Frecciarossa 1000 per la Sicilia che potrebbero arrivare entro il 2023. Il condizionale è d'obbligo, visto che al momento non ci sarebbe alcuna novità sul loro acquisto ma solo qualche dettaglio in più sul loro esercizio.

Si parla infatti di treni da quattro elementi (a luglio scorso, come riportato allora da Ferrovie.Info, il Sottosegretario Cancelleri aveva parlato di cinque elementi ma nel frattempo devono essere stati rifatti i conti analizzando la lunghezza dei traghetti) dei quali è previsto il traghettamento con ultimo miglio assieme alla possibilità di avere due antenne sull'isola che poi viaggerebbero accoppiate sulla terra ferma almeno per una buona tratta.

Per ora, dicevamo, solo parole e qualche disegno rilasciato dal Ministero ma di concreto non c'è nulla, nulla che però è sufficiente a sollevare diverse perplessità in una buona parte della società civile siciliana.

Tutto il progetto per come è stato costruito viene infatti visto più come un "contentino" che non come un impegno serio nei confronti dell'isola. Diverse sono infatti le criticità riscontrate.

La prima è che i costruendi Frecciarossa 1000 vengono già considerati dei "treni bonsai", capaci di ospitare circa 200 persone a bordo e che il loro possibile numero (12) permetterebbe soltanto 3 coppie di collegamenti giornalieri, con una occupazione massima incomparabile rispetto a quella di un aereo.

Il tutto considerando inoltre che il treno non avrebbe questo gran guadagno temporale sul vettore concorrente.
Vero il discorso delle batterie, vero il discorso del traghettamento, ma la critica che si solleva è che le operazioni per l'attraversamento del mare sarebbero comunque troppo lunghe andando ad inficiare pesantemente sulla percorrenza totale, già molto elevata di suo.

Un endorsement al Ponte sullo Stretto? Forse, fatto sta che il problema velocità si avrebbe anche sull'isola dove i futuri ETR potrebbero raggiungere massime "infinitesimali" rispetto a quelle potenziali sul resto della penisola.

Ed ecco che allora questo Frecciarossa in Sicilia, che giova ricordare è ancora sulla carta, nasce per l'opinione pubblica locale già "zoppo", destinato a perdere la concorrenza con l'aereo quando questo segmento si sarà ripreso nell'era post Covid.

Ma le preoccupazioni non finiscono qui, perché il timore è anche che questi treni possano andare a rimpiazzare collegamenti leggermente più lenti ma decisamente più economici, gravando ancora di più sulle tasche dei siciliani che devono raggiungere il centro e il nord Italia.

Quel che sarà lo vedremo nel tempo, anche perché dare giudizi senza nemmeno avere la conferma del progetto è quantomeno aleatorio.
Certo è che la soluzione al problema dell'isolamento ferroviario della Sicilia sembra sempre di più la costruzione del Ponte sullo Stretto che renderebbe inutili i soldi spesi per i 12 Frecciarossa 1000. E in diversi, sull'isola, iniziano a chiedersi se questi ultimi non valga la pena "accantonarli" dirottando piuttosto i fondi sul collegamento stabile con la Calabria

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