"Questa è l'Italia del futuro: un paese di musichette mentre fuori c'è la morte".
La frase non è nostra ma viene da Boris (se non conoscete questa serie TV è tempo di informarvi) ma descrive perfettamente lo stato della cultura nel nostro Paese, senza speranza, con le idiozie che vengono prima di ogni cosa e dove la propria storia viene ogni volta annichilita.
Tutto questo preambolo perché è di oggi la notizia che quello che doveva essere un simbolo, un arredo urbano e un luogo d'incontro per manifestazioni culturali nel centro della città o in un parco - stiamo parlando della ALe 880.087 donata quindici anni fa dalle Ferrovie dello Stato al Comune di Latina - è stato demolito.
Nei giorni scorsi l'automotrice costruita da Fiat-Marelli e consegnata nell'agosto del 1939 è stata fatta a pezzi e ceduta come rottame, secondo quanto confermato da Latina Oggi.
Parcheggiata all'interno di un'azienda di Latina Scalo la ALe 880 era stata sottoposta a quanto pare a una sostanziosa opera di manutenzione, anche interna con il rifacimento dei sedili in legno e mancava soltanto la verniciatura.
«La scorsa settimana sono stato informato del fatto che stavano rottamando la littorina - spiega l'imprenditore Aldo Berardi che a suo tempo aveva assunto l'incarico di restaurare a titolo gratuito il mezzo per restituirlo alle originarie fattezze e quindi consentire all'amministrazione comunale che gliela aveva affidata di poterla utilizzare adibendola a punto di riferimento per i cittadini - e ho cercato inutilmente di intervenire presso il direttore dello stabilimento, ricordandogli che il convoglio era di proprietà del Comune di Latina. Mi sono sentito rispondere che era stato lo stesso Comune a concedere l'autorizzazione alla demolizione».
Ritenendo poco verosimile quella versione, Aldo Berardi ha contattato un assessore comunale, dal quale si sarebbe sentito rispondere di essere completamente all'oscuro di quel caso e dunque di non sapere di cosa si trattasse.
«Ho provato a contattare i carabinieri di Latina Scalo - insiste Berardi - ma erano impegnati alla stazione ferroviaria per un grave incidente».
Game over, dunque. E come direbbero gli inglesi "Shame on you". Vergognatevi.
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Foto di repertorio