Da quando sono iniziate le loro consegne siamo stati abituati a vederli sempre con lo stresso numero di elementi.
Stiamo parlando dei TAF, i Treni ad Alta Frequentazione, mezzi sui nostri binari ormai dal lontano 1999 e in via di sostituzione con i neonati Rock.
Questi treni sono nati a quattro elementi, con una composizione pressoché bloccata che se vogliamo è stato forse da sempre il loro punto debole. Almeno nel nodo romano sono spesso stati considerati insufficienti nelle ore di punta o sprecati nelle ore di morbida, con quel tallone di Achille grande come una casa di essere costituiti da quattro elementi a composizione bloccata, composta da una motrice, due rimorchiate intermedie e una motrice attrezzata per invalidi.
Fin qui la storia che sanno tutti. Quel che non tutti sanno, invece, è che da oltre 10 anni un treno viaggia in servizio regolare con una composizione ridotta a tre pezzi, mancando, ovviamente, una rimorchiata intermedia.
Stiamo parlando del TAF n.83 che se i numeri non sono un'opinione dovrebbe essere composto da ALe 506.083, Le 736.165 e ALe 426.083. All'appello manca il Le 736.166 è il motivo è presto detto.
Il 13 marzo 2010 ignoti appiccano un incendio a bordo del treno 24323 Caserta-Napoli che è effettuato proprio con questo convoglio. Il capotreno, poco prima dell’arrivo alla stazione di Acerra, nota la presenza di fumo e fiamme sulla seconda vettura dalla testa e avvisa la Sala Operativa per l’attivazione delle procedure di emergenza.
L'intervento dei Vigli del Fuoco è solerte ma per la rimorchiata c'è poco da fare, visto che nel momento in cui arrivano è avvolta dalle fiamme che la stanno distruggendo.
Quando questo accade il treno ha ancora la livrea XMPR d'origine, mantenuta la quale viene in seguito ricomposto a tre elementi, configurazione con cui viaggia tutt'ora, non prima però di aver ricevuto la nuova cromia DPR. Si tratta dell'unico TAF di Trenitalia che circola con questa particolarità.