Corroborati da una buona dormita prepariamo nuovamente la valigia perché c’è un treno da prendere.
Ormai pratici della rete di autobus di Monaco di Baviera prendiamo uno dei tanti mezzi che passano che ci porta alla stazione centrale.
Il nostro treno parte dopo un paio d’ore, ma ci sono due teppe fondamentali da fare prima di partire.
La prima è una visita al negozio di modellismo che si trova al binario 11 dell’impianto, cosa che ci porta via un’oretta e svariati euro, la seconda è “girovagare” per la stazione fotografando tutto quello che si trova.
La nostra attenzione viene catturata in particolar modo dall’ICE arcobaleno ma anche da quello con fascia vedere sulle unità di testa ma soprattutto dalle “nuove” locomotive BR 102 di Skoda.
Queste macchine, dopo un travagliato periodo di prove e pre-esercizio, sono entrate in servizio sul collegamento regionale veloce NIM Express tra Monaco e Norimberga che prima erano appannaggio delle più datate BR 101.
La loro storia è molto complicata in Germania dove sono riuscite ad entrare in servizio solo dopo tantissimi anni di test ma anche negli altri due paesi che le hanno acquistate, in Cechia e in Slovacchia.
Se nel secondo paese le ferrovie statali ZSSK ne hanno comprate solo due e non hanno proceduto oltre, in Cechia le ČD ne hanno acquistate ben 20 trovandosi in mezzo a problemi infiniti.
Negli ultimi tempi l’idea è stata quella si venderle ma si è pensato anche di dismetterle, iniziativa che sarebbe significativa se si pensa che sono macchine costruite nel 2010.
Fotografato tutto questo (trovate le immagini nella nostra gallery (https://www.fotoferrovie.info/index.php?cat=324) ci spostiamo al binario 29 da dove partirà il nostro treno diretto a Lindau e Oberstdorf.
Con tanta sorpresa quanto entusiasmo, scopriamo che si tratta di una tripla di BR 612.
Queste automotrici a due elementi sono state costruite a partire dal 1998 e si caratterizzano oltre che per la trazione diesel anche per l’assetto variabile.
Progettate per i servizi regionali veloci su linee tortuose, fra il 2003 e il 2004 alcune unità, in attesa della consegna degli "ICE Diesel", furono ridipinte nella livrea InterCity e utilizzate per servizi rapidi fra Norimberga e Görlitz.
Nonostante non siano più giovanissime, automotrici simili sono in servizio anche in Croazia dove sono classificate nel Gruppo 7123.
Con le nostre valigie prendiamo posto sulla unità di mezzo dopo aver verificato che le prime due andranno a Lindau mentre l’ultima a Oberstdorf dopo il distacco a Immenstadt.
Questa procedura, che sulle nostre linee ferroviarie è inesistente, in Germania è all’ordine del giorno.
In sostanza i convogli vengono agganciati o sganciati in determinate stazioni di scambio per poter raggiungere più destinazioni con un solo treno.
Tutte le operazioni, sia di aggancio che di sgancio, avvengono in pochissimi minuti, senza perdite di tempo e senza tutte le elucubrazioni mentali causate da diecimila regolamenti cervellotici che troppo spesso paralizzano il nostro esercizio ferroviario.
A bordo le BR 612 dimostrano tutti gli anni che hanno.
Anche se gli interni sono comodi, le bagagliere sono per watussi, il tavolino è talmente ingombrante da diventare fastidioso e ovviamente non sono presenti prese al posto per ricaricare i propri dispositivi.
La situazione migliora leggermente in prima classe ma anche qui siamo ben lontani dagli standard dei mezzi attuali.
Ed è probabilmente per questo che le DB hanno acquistato dalla Skoda i Regioshark BR 633 che stanno soppiantando le BR 612 alle quali va comunque dato l’onore di essere ancora piuttosto performanti, aiutate da un motore brioso che trae vantaggio dall’assetto variabile in curva che quando si sta in piedi si sente piuttosto e anziché no, come direbbe Groucho Marx.
Dopo un viaggio di quasi due ore e dopo aver “abbandonato” l’unità di coda a Immenstadt, giungiamo a Röthenbach dove per il momento lasciamo i treni per salire su un autobus che è in coincidenza con il nostro regionale.
Una volta a bordo e dopo qualche decina di minuti siamo al capolinea di Kurhaus Am Hammerweiher a Scheidegg.
Viaggiare con i mezzi in questo modo, con coincidenze mirate e con tutto che funziona alla perfezione è stile “ti piace vincere facile” e la riflessione che ci viene spontanea è che qui è fin troppo semplice fare un viaggio sostenibile diversamente che da noi.
Il tutto, va detto, anche grazie al nuovissimo Deutschland Ticket che per soli 49 euro ci permette di salire e scendere dai mezzi pubblici senza dover impazzire tra mille biglietti di compagnie diverse.
Fare il D-Ticket è piuttosto semplice ma non è privo di qualche ostacolo che cerchiamo ora di chiarirvi.
Quello che a tutti gli effetti è un abbonamento, va fatto su uno dei tanti siti web che se ne occupano. Noi lo abbiamo fatto su quello delle ferrovie tedesche DB.
Si accede alla pagina specifica e si compila un modulo dove vengono chieste le proprie generalità e l’IBAN per l’addebito mensile.
Purtroppo, e qui sta la prima magagna, almeno quando lo abbiamo fatto noi non c’era una versione in inglese quindi abbiamo dovuto utilizzare le nostre conoscenze di tedesco e l’aiuto di Google Translate per capire dove ci stessimo avventurando.
La seconda problematica è poi nelle tempistiche. Il tagliando non viene infatti rilasciato immediatamente ma sono necessarie 24 o anche 48 ore, per cui vi suggeriamo di muovervi per tempo.
Altra cosa importante da sapere, è che anche una volta che si possiede il tagliando non basta mostrare il PDF della ricevuta d'acquisto ma è necessario scaricare sul proprio telefono l’APP della compagnia con la quale si è fatto l’abbonamento e caricarlo sull’APP stessa. Così facendo verrà fuori un QR CODE che i controllori saranno in grado di leggere e verificare.
Tutto questo noi lo abbiamo scoperto strada facendo, non senza qualche difficoltà, cosa che ci ha fatto pensare che l’idea del D-Ticket è rivoluzionaria ma ha ancora ampi margini di miglioramento, almeno dal punto di vista della fruibilità.
Prima di tornare al nostro viaggio, vale la pena ricordare che il D-Ticket si rinnova automaticamente ed è quindi fondamentale disdirlo, sempre tramite APP, appena si sa di non doverlo utilizzare più.
Arrivati al capolinea di Kurhaus Am Hammerweiher a Scheidegg ci attende una responsabile dello Skywalk Allgäu (https://www.skywalk-allgaeu.de/) che con l’auto ci porta fino alla struttura dove ci intratterremo per tutta la giornata.
Quando l’Ente Nazionale Germanico per il Turismo ci ha proposto questa visita, non lo nascondiamo, siamo rimasti piuttosto perplessi.
Cercando sul web si pensa che la struttura sia composta “solo” da una passerella sollevata da terra dalla quale vedere il panorama ma una volta giunti sul posto ci si rende conto di avere davanti molto di più.
La Skywalk è infatti solo una piccola parte della struttura, per quanto sia quella più appariscente.
Si tratta di un percorso circolare su più livelli che sale fino a 40 metri dal suolo e dal quale si può dominare tutta l’Algovia e il parco naturale che la circonda.
Per salire si possono utilizzare i percorsi con le scale ma si può anche utilizzare un comodo ascensore a disposizione per i diversamente abili.
Il percorso prevede, per chi vuole, anche degli attraversamenti più scenografici dove le passerelle di legno sono sostituite da reti che si attraversano in tutta sicurezza, essendo completamente chiuse, e dalle quali si gode di uno spettacolo non indifferente davvero da tutti i lati.
Va detto che tutto questo percorso, per quanto sia affascinante, è assolutamente affrontabile da chi, come lo scrivente, soffre di vertigini, essendo molto ampio e dotato di alte ringhiere che impediscono di trovarsi in situazioni pericolose.
A corredo vanno evidenziati altri due elementi che ci hanno colpito, il “tubo” chiuso per far divertire i bambini facendoli scendere per la via veloce e le cucce per poter lasciare il cane durante la breve passeggiata “in alta quota” per poterlo poi riprendere una volta tornati a livello zero.
Completato stoicamente il giro della passerella, consumiamo un bel pranzo sui tavolini della struttura.
Il menu è vario e per tutti, adulti e bambini e il sistema self service è pratico e veloce.
Noi, tanto per sentirci giovani, prendiamo dei nuggets con le patatine fritte ma sentendoci in colpa anche una Cesar Salad, “condendo” il tutto con due buone birre, ovviamente.
Terminato il pranzo all’aperto, gradevolissimo anche grazie alla splendida giornata, andiamo a vedere anche il resto della struttura.
Per chi vuole esplorarla ci sono diversi percorsi più o meno lunghi da effettuare a piedi oltre a tantissime attrazioni naturalistiche da vedere che sono illustrate da cartelli che meriterebbero qualche idioma in più.
Mentre tutto questo accade le ore passano velocemente e inizia a subentrare anche un filo di stanchezza.
Nessun problema, però, perché nella struttura sono presenti delle comodissime panchine “di coppia” dove ci si può sdraiare e appisolare mentre si viene cullati dal vento e protetti dal sole da alberi di alto fusto. Un piccolo paradiso.
Dopo aver ritrovato le forze e aver dato fondo a un paio di generose granite, decidiamo di fare un secondo passaggio sulla Skywalk perché il sole sta calando e l’atmosfera è cambiata.
Il tramonto è nell’aria, gli alberi si tingono di arancio e il paesaggio, pur identico a quello visto alcune ore prima, sembra del tutto diverso.
Vale davvero la pena trascorrere una giornata in questa struttura, anche con figli al seguito, perché il relax è assolutamente garantito.
Alla chiusura veniamo nuovamente accompagnati alla fermata dell’autobus e nel giro di qualche minuto arriva il mezzo che ci porta nuovamente alla fermata di Röthenbach dove nel giro di pochi minuti arriva un’altra coppia di BR 612 sulle quali saliamo per andare a Immenstadt.
La Skywal Allgau è aperta dal 17 marzo al 5 novembre 2023 compreso tutti i giorni dalle 10:00 alle 18:00.
L'ultimo ingresso è un'ora prima della chiusura del parco.
Le tariffe a disposizione sono molteplici in caso di gruppi e sconti con varie carte.
Qui elenchiamo il prezzo base rimandando al loro sito web per le altre possibilità.
Tariffa singola
Adulto € 14,50.
Bambini da 1 metro di altezza (fino a 17 anni) € 10,50.
Bambini di altezza inferiore a 1 metro gratuito.
Tariffa familiare
Famiglia – 2 adulti + almeno 2 figli propri € 44,00.
Scesi in questa stazione ci dirigiamo nell’albergo che ci ospiterà per la notte, il Bollwerk Lifestyle Hotel (https://hotel-bollwerk-immenstadt.de/en/).
Questo albergo merita davvero due righe per più di un motivo.
Il primo è presto detto, è letteralmente a 50 metri dalla stazione e dai balconi si vede la ferrovia. Assolutamente da tenere a mente per qualsiasi trainspotter venisse da queste parti.
Il secondo è che è un albergo digitale dove tutto, tranne la colazione, si svolge senza personale 24 ore al giorno 7 giorni su 7.
In sostanza, prima di arrivare in albergo, si riceve una email con un codice da digitare su un tastierino all’ingresso per accedere alla struttura.
Una volta entrati è disponibile un PC per fare il check-in e subito dopo si riceve una email che contiene un link ad un sito web per mezzo del quale è possibile aprire le varie porte, da quella della stanza a quella d’ingresso fino a quella del posto auto. Semplice, veloce e con il massimo dell’indipendenza.
Sbrigate queste formalità entriamo in una camera che ancora profuma di nuovo, ci spalmiamo sul letto per qualche minuto e facciamo una breve doccia in un bagno davvero accogliente.
Tutto qui dentro dà l’idea di essere nuovo e ben presto ci rendiamo conto che non è solo un’idea.
L’edificio, costruito nel 1906, è stato riqualificato nel 2022 e prima era una banca, cosa che spiega perché la stanza sia disseminata di monete di cioccolata.
La serata a Immenstadt è fresca ma questo non ci impedisce di girare per la cittadina né di cenare a un tavolino all’aperto nella piazza del centro.
In giro non c’è un’anima ma del resto la zona non è eccessivamente turistica a maggio e qui i locali cenano ben prima di noi.
Tornati in camera ci godiamo un meritato riposo anche perché la mattina seguente ci aspetta un treno per Augsburg che da noi è nota come Augusta.
Al risveglio, però, torniamo a vestire i panni degli appassionati di treni perché in stazione a Immenstadt la mattina presto si consuma il cinema quotidiano che al momento vede come protagonista le splendide ma ormai in via d’estinzione locomotive del Gruppo 218, anche note come “Rabbit”, ossia “Coniglio” per via delle prese d’aria sul tetto che ricordano due orecchie.
Per questo motivo ci rechiamo nell’impianto e in attesa dei treni che ci interessano ne approfittiamo per fotografare anche i Regioshark BR 633 che rischiano di diventare i re della linea.
A noi queste automotrici piacciono davvero molto per il loro profilo “a squalo” e possiamo garantire che dal vivo sono, se possibile, ancora più affascinanti che in fotografia.
Non abbiamo occasione di provarle, in questo viaggio, ma da quanto ci viene detto sarebbero anche molto comode oltre che silenziosissime, cosa che confermiamo senza indugio, almeno dall’esterno.
Dopo alcuni minuti di fotografie ai regionali il sipario si apre e inizia lo spettacolo.
Alle 10:10 arriva da Oberstdorf al binario 3 l’Intercity 2084 “Nebelhorn” diretto ad Hannover Hbf. Pochi minuti dopo, alle 10:19, sempre da Oberstdorf arriva al binario 2 l’Intercity 2012 “Allgau” diretto invece a Dortmund Hbf.
Tutti e due i treni sono trainati da locomotive del Gruppo 218, il primo in singola e il secondo in doppia, che appena ferme vengono sganciate, fanno il salto utilizzando un altro dei binari liberi e si portano dalla parte opposta del treno.
Effettuata questa manovra, il primo a ripartire verso nord è l’Intercity 2084 alle 10:27 seguito alle 10:38 dall’Intercity 2012.
I due convogli percorrono la stessa tratta fino a Kempten e da qui il primo prosegue verso Kaufbeuren mentre il secondo verso Memmingen.
Fotografato tutto quello che si può fotografare utilizzando anche il ponte pedonale che attraversa i binari, attendiamo il treno che ci porterà a Buchloe che tanto per cambiare è una BR 612.
Qui arriviamo al binario due e al tre, sullo stesso marciapiede, ci attende un’altra unità dello stesso Gruppo che ci porta ad Augsburg Hbf.
Arriviamo a ora di pranzo e subito ci rechiamo nella piazza antistante l’impianto per prendere due tram che ci portano nel nostro quarto albergo.
L’Hotel Einsmehr è una struttura confortevole davanti a un tranquillo parco. Con il tram 2 si raggiunge la piazza centrale in soli 15 minuti.
È un albergo ad alta sostenibilità, tanto da aver ottenuto la certificazione GreenSign, sia dal punto di vista dei consumi energetici, sia dal punto di vista della sostenibilità sociale ed economica.
Circa la metà dei dipendenti ha un handicap: infatti, l'hotel è stato fondato dall’associazione Einsmehr che si occupa di persone con sindrome di down, con lo scopo di costruire un’opportunità per loro nel mondo del lavoro e per una società più inclusiva e con il minor numero possibile di barriere fisiche e sociali.
Fatto un veloce pranzo nei pressi dell’hotel stesso torniamo nel centro della città sempre sfruttando i tram particolarmente efficienti.
Con uno di essi giungiamo nella piazza dove si erge il Municipio. Qui, ad attenderci, c’è la guida gentilmente messa a nostra disposizione dalla città di Augsburg (https://www.augsburg-tourismus.de/de/).
Nei nostri Ferroviaggi normalmente non facciamo ricorso alle guide ma in questa circostanza siamo felici di averlo fatto perché chi ci accompagna, oltre a parlare un ottimo italiano, riesce a rendere le ore successive particolarmente gradevoli rendendo la visita sempre interessante e mai noiosa.
Iniziamo il nostro giro ammirando le tre magnifiche fontane di Augusto, Mercurio ed Ercole in Rathausplatz e Maximilianstrasse e il motivo non è casuale.
Uno dei nostri obiettivi è infatti il sistema di canali d’acqua che attraversa la città.
Non tutti lo sanno, ma Augsburg ha un sofisticato sistema di utilizzo delle acque e presenta un paesaggio idrico urbano e un sistema di gestione che ha oltre 800 anni.
Nel 2019 la città ha ottenuto lo status di Patrimonio Mondiale dell’UNESCO proprio per il suo storico sistema di gestione idrica delle acque.
La città è attraversata dal fiume Lech ed è ricca di fontane originali di epoca romana, di acquedotti per una lunghezza complessiva di 160 km e di torri idriche del quindicesimo secolo.
Il fiume Lech è stato una importante via di trasporto e per secoli un fondamentale produttore di energia idroelettrica per la fiorente economia di Augsburg.
In totale sono 22 le stazioni del Sistema Idrico, visitabili sia al centro città che nei sobborghi, che presentano lo storico ingegnoso sistema che prevedeva la fondamentale innovazione di separare rigorosamente l’acqua potabile dalle acque nere.
Per questo motivo la città valorizza “l’oro blu” e, in occasione della Giornata mondiale dell’acqua il 22 marzo 2021, ha istituito il Centro d‘informazione dell’UNESCO Welterbe Info-Zentrum dedicato ovviamente all’argomento.
Lo scopo di questa nuova iniziativa è di informare tutti i visitatori, gli specialisti della materia e le classi scolastiche in visita ad Augsburg, di questo programma dell’Unesco e quindi di sensibilizzarli alla tutela dell’acqua come bene comune.
Girando a piedi per il centro cittadino si possono attraversare più di 500 ponti grazie ai quali Augusta supera persino la nostra Venezia che si ferma a “soli” 437.
Al di là dell’aspetto puramente tecnico che è senz’altro interessante, questa caratteristica conferisce alla città anche un aspetto “romantico” poiché è facilissimo imbattersi in piccoli vicoli stretti caratterizzati dalla presenza di un canale e magari di una antica ruota per produrre energia, così come in scorci splendidi dove sono stati costruiti luoghi pubblici molto frequentati dai locali e dai turisti.
Uno su tutti ci è rimasto molto impresso, un cinema con relativo bar che si affaccia su un ponticello che vede l’acqua infilarsi sotto al palazzo prospiciente.
Pura magia, anche grazie alla giornata che pur con qualche nuvola è splendida e incredibilmente calda.
Un’altra cosa che ci ha colpito è stato il fabbricato rinascimentale sede della corporazione dei macellai, costruito nel 1606, dove l’acqua pulita scorreva nei canali sotterranei dell’edificio in cui si lavorava la carne, per poi deviare gli scarti nei canali dedicati cosa che permetteva un igienico smaltimento dei rifiuti.
Presso il Regio Augsburg Tourismus è possibile prenotare visite guidate individuali del sito Patrimonio dell’Umanità della città di Augsburg. La visita comprende le fontane monumentali e l’acquedotto della Porta Rossa, passando ovviamente per gli storici canali.
Naturalmente Augsburg non è solo fiumi e canali per quanto torneremo a parlare di loro più avanti.
La città è anche caratterizzata da altre perle che possono sfuggire se non ci si addentra per le vie del centro.
Tra esse la splendida Cattedrale, il Municipio con la Sala Dorata ma anche l’Augsburger Puppenkiste, un teatro di marionette inaugurato nel 1948 diventato famoso in tutta la Germania a partire dal 1953, quando gli spettacoli vennero filmati e trasmessi in televisione.
C'è poi la Brechthaus, il luogo di nascita del poeta, drammaturgo e scrittore Bertolt Brecht che ora ospita un museo e un memoriale a lui dedicati.
Quello che però andiamo a visitare con maggiore attenzione è il Fuggerei che da solo, assieme al sistema di canali appena trattato, vale il viaggio in questa città.
Riassunto in estrema sintesi, il Fuggerei è il più antico complesso di alloggi sociali al mondo ancora in uso, un’enclave murata all’interno della città, e prende il nome dalla famiglia Fugger.
Questo complesso residenziale fu fondato nel 1521 dal ricco banchiere Jakob Fugger per dare un alloggio agli indigenti della città.
Ne 1523 erano state costruite già 52 case che nel tempo sono diventate 67 con 140 appartamenti e una propria chiesa.
Intorno sono presenti mura che le circondano con tre porte che, una volta, erano anche sorvegliate.
Le porte di notte venivano chiuse, cosa che faceva e fa ancora oggi del Fuggerei una specie di cittadina medievale indipendente.
Per poter abitare in una delle case una persona doveva essere residente di Augusta, cattolico, di buona reputazione e per un qualche motivo incapace di pagarsi una casa con il proprio lavoro.
Ancora oggi le 150 persone che ci vivono pagano un affitto che consiste in 0,88 centesimi all’anno (l’equivalente di un fiorino dell’epoca) e tre preghiere al giorno.
Tra gli abitanti illustri ci fu anche Franz Mozart, bisnonno del compositore Wolfgang Amadeus Mozart.
Fugger fu al tempo stesso un commerciante, un benefattore e un visionario e il suo progetto era straordinariamente moderno per l’epoca.
L’ingresso per i turisti non è gratuito ma è una parte del modo per finanziare autonomamente la struttura oltre alla silvicoltura, ad altri immobili di proprietà al di fuori del complesso residenziale, a donazioni private e a offerte.
Passeggiare per il Fuggerei è un’esperienza da provare assolutamente.
L’impressione è quella di trovarsi in un altro tempo e in un altro luogo tanta è la differenza rispetto alla città che lo ingloba.
L’agglomerato è composto di case a schiera, ognuna con due appartamenti e tutto è tenuto in maniera a dir poco perfetta.
Alcune cose al suo interno sono poi assolutamente da non perdere.
Il museo della Fuggerei (nella Mittlere Gasse n° 13 e 14) mostra con tre stanze come si viveva nel quartiere in tempi passati.
Il nuovo settore didattico del museo documenta con film, tavole illustrative, testi e pezzi d'esposizione la storia dei Fugger e della Fuggerei.
L’appartamento tipo, non abitato ma completamente ammobiliato e visitabile, nella Ochsengasse n° 51 è una dimostrazione dello standard abitativo contemporaneo degli abitanti della Fuggerei.
Il negozietto “Fuggerei-Lädle” (nella Ochsengasse 46) offre libri, souvenir e dolci prelibatezze con lo stemma nobiliare dei Fugger, piccoli spuntini, caffè, dolci e la torta Fugger.
E poi c’è il bunker della Seconda Guerra Mondiale, che ovviamente attira la nostra attenzione.
Si tratta di un rifugio antiaereo costruito poco dopo l’inizio del secondo conflitto che testimonia il destino del quartiere e dei suoi abitanti durante il periodo del nazionalsocialismo e nella fase di ricostruzione post bellica.
Testi e foto, film con audio e altri pezzi d'esposizione documentano i bombardamenti aerei subiti da Augusta durante la Seconda Guerra Mondiale, così come la ricostruzione della Fuggerei e della città stessa.
La visita di questo manufatto è breve ma davvero intensa anche grazie all’atmosfera cupa che restituisce appieno le sensazioni che avrà provato chi è stato costretto a nascondersi qui dentro per scampare ai bombardamenti.
Salutata la Fuggerai è il momento di accomiatarci anche dalla nostra guida che ci lascia con alcuni preziosi consigli su cosa visitare il giorno successivo.
Il Fuggerei è aperto da aprile a settembre tutti i giorni dalle 9:00 alle 20:00, da ottobre a marzo tutti i giorni dalle 9:00 alle 18:00
L'ultimo ingresso èn'ora prima della chiusura del parco.
Le tariffe a disposizione sono molteplici.
Adulti 8 euro.
Ridotto (pensionati, diversamente abili, gruppi di 10 o più persone e studenti) 7 euro.
Bambini fino a 7 anni gratis.
Bambini (da 8 a 17 anni) 4 euro.
Biglietto famiglia (2 adulti, fino a 4 ragazzi fino a 17 anni) 18 euro.
Classi scolastiche (fino a 30 studenti e fino a due insegnanti) 45 euro.
Nel mentre, tuttavia, si è fatta ora di cena e la nostra sarà in una locale birreria dove, tanto per cambiare, affondiamo i denti su due Schnitzel affogate con tanta birra.
Il nome della birreria, Brauerei Riegele, ve lo diciamo volentieri suggerendovi di mangiare all’aperto. Stavolta non si tratta di una scelta “romantica” ma unicamente dettata dal fatto che i tavolini sono davanti ai binari che introducono nella stazione di Augsburg Hbf.
Detto in altra maniera, mentre si cena si vedono transitare ICE, intercity, regionali e merci a non più di 10 metri! Provare per credere.
Vista la vicinanza decidiamo di tornare in albergo non con due tram ma con treno e tram e la soluzione è vincente perché i convogli regionali che collegano la vicina stazione di Oberhausen sono piuttosto frequenti.
La nostra prima giornata ad Augsburg è terminata e il giorno successivo ci sono altre cose da vedere per cui ce ne andiamo a dormire piuttosto soddisfatti.
Il resto nella terza e ultima parte di questo intenso Ferroviaggi.
Intanto, se volete andare oltre le foto, la seconda parte del nostro Ferroviaggi è visibile anche in video dove troverete quanto mostrato finora.
Prima di concludere un ringraziamento speciale all'Ente Nazionale Germanico per il Turismo (https://www.germany.travel/en/home.html) del quale vi invitiamo a vedere il microsito della campagna FEEL GOOD per il Turismo Sostenibile in Germania (https://www.germany.travel/en/feel-good/sustainability.html).
Tutte le fotografie di questa seconda parte del viaggio sono raggiungibili cliccando qui.
Testo, foto e video di Lorenzo Pallotta e Lilith Zulli