Arriva la primavera, le giornate si allungano ed è ora di riprendere in mano le valigie.
Ancora una volta decidiamo di tornare in Germania e ancora una volta in Baviera ma in questa circostanza faremo un Ferroviaggi diverso dal solito.
L'idea, infatti, è quella di affrontare un viaggio sostenibile, utilizzando solo ed esclusivamente mezzi pubblici, per vedere la Baviera e l'Algovia meno note, ovviamente includendo anche tappe ferroviarie.
In regione, infatti, circolano (ancora per poco) le storiche e bellissime locomotive Diesel BR 218 soprannominate "Rabbit" (1971) che sui regionali hanno ceduto il passo alle interessanti automotrici BR 612 pendolanti, che sono anch'esse piuttosto datate (2000).
La nostra curiosità è però anche per le nuove DMU "Regioshark" di Pesa BR 633 che da qualche tempo hanno iniziato il loro dominio su queste linee e sono destinate a farlo sempre di più negli anni a venire.
Per vedere tutto questo partiamo quindi da Roma Tiburtina con il Frecciarossa 8509 che ci porta a Bolzano. Il treno è un ETR 600 di Trenitalia che in poco meno di 5 ore ci “trasferisce” ai piedi delle Alpi.
L'ETR 600 non lo scopriamo certamente ora e poco è cambiato da quando ha abbandonato il segmento Frecciargento entrando in quello Frecciarossa. Discretamente comodo, pendola che è un piacere e nel nostro viaggio non è particolarmente affollato, svuotandosi soprattutto dopo Bologna.
Scesi nella stazione alto atesina dove arriviamo con una decina di minuti di ritardo dopo un picco di diciotto, attendiamo l'Eurocity 82 di DB e ÖBB che arriva da Venezia Santa Lucia e prosegue fino a Monaco di Baviera.
Il treno arriva puntuale ed è trainato dalla 1216 003 che tuttavia manifesta qualche problema paradossalmente una volta superato il confine. Con il suo seguito di otto carrozze arriva a fatica a Innsbruck dove tuttavia è costretta a chiedere riserva. Le ferrovie austriache ÖBB mettono subito al suo posto la 1016 041 che si incarica di portarci fino a Munchen Hbf.
Nel viaggio di andata abbiamo i posti riservati in uno scompartimento su una carrozza di seconda classe che non ci dispiace affatto. Siamo in sei ma l'ambiente è molto spazioso e le prese al posto ci aiutano a “perdere tempo” nelle ore di viaggio che mancano. Le stazioni, dapprima austriache, quindi tedesche, si susseguono velocemente, fin quando, poco dopo le 20, arriviamo al binario 10 della stazione centrale.
Utilizzando un'uscita laterale ci rechiamo quindi a piedi al nostro primo albergo situato a pochi metri dall'impianto, dove lasciamo le valigie prima di recarci a una birreria nei pressi per una veloce cena.
Siamo stanchi e la giornata è stata pesante, quindi una volta tornati in albergo andiamo subito a dormire.
La mattina seguente la giornata è splendida e la nostra prima tappa è subito inerente i trasporti anche se non quelli prettamente ferroviari.
Ci rechiamo, infatti, a vedere il BMW Museum dedicato, nemmeno a dirlo, alla casa automobilistica bavarese.
Il complesso si trova nella zona nord della città in un quartiere che da esso viene profondamente caratterizzato.
Per raggiungerlo ci muoviamo con le Munich Card che ci ha messo gentilmente a disposizione München Tourismus (https://www.munich.travel/it/?gclid=eaiaiqobchmipfrjjouw_wivbcj3ch3zuw6leaayasaaegjy1_d_bwe) che ci permettono di utilizzare i mezzi pubblici che in questa città, nemmeno a dirlo, sono efficientissimi.
L'uscita Olympiazentrum della U-Bahn è sostanzialmente davanti al Museo che tuttavia apre alle 10, alcuni minuti dopo il nostro arrivo.
Poco male, c'è tempo per approfittare del sole su una panchina che permette di osservare in tutta la sua bellezza non solo il Museo stesso ma anche gli edifici ad esso collegati come la sede della stessa BMW e il BMW Welt.
Entrati nell'edificio, iniziamo subito il nostro giro che risulta immediatamente affascinante.
Il Museo tratta la storia della casa dell'elica dalle origini ai giorni nostri.
Oltre alle vetture storiche, vengono esposti anche i prototipi dei modelli che eventualmente saranno realizzati in futuro.
Gli aspetti più rilevanti del museo sono raggruppati in alcune aree tematiche per ognuna delle quali è stata costruita una apposita sezione.
La Haus der Gestaltung introduce il visitatore al Museo BMW di Monaco, “iniziandolo” al museo e al design della casa automobilistica.
Nella sezione dell'Atelier non poteva non essere rappresentato il design mentre nella Schatzkammer, la camera del tesoro, sono custoditi i gioielli della casa sotto forma dei migliori modelli di sempre.
La Haus der Technik è invece la sezione dedicata alla pura tecnologia BMW.
Nella Haus des Motorsports sono esposti in maniera trionfale i modelli che hanno segnato indelebilmente la storia sportiva della BMW tra Formula 1, rally e moto da competizione.
L'edificio argenteo futuristico, che da fuori sembra una scodella gigantesca ed è noto popolarmente come "insalatiera" o "ciotola per cereali", fu realizzato dall'architetto viennese Karl Schwanzer che aveva già progettato anche il grattacielo della BMW.
Nel 2011, circa 480.000 persone hanno visitato il Museo BMW nei sei giorni di apertura alla settimana. Nel 2013 il numero di visitatori è salito a 560.000.
Questo lo rende uno dei più famosi e apprezzati di Monaco, insieme ovviamente al Deutsches Museum.
Il BMW Museum è aperto dal martedì alla domenica dalle 10:00 alle 18:00 con ultimo ingresso alle 17:30.
Dalla stazione principale di Monaco si può raggiungere in metropolitana in soli 15-20 minuti.
Per farlo è necessario prendere la U2 in direzione Feldmoching fino alla fermata Scheidplatz.
Quindi cambiare con la U3 in direzione di Moosach o del centro commerciale Olympia (Olympiaeinkaufszentrum) e scendere alla stazione Olympiazentrum.
Da qui bastano pochi passi per raggiungere l'ingresso del BMW Welt.
Biglietto singolo 10 Euro.
Ridotto 7 Euro.
Gruppo (min. 5 persone) a persona 9 Euro.
Famiglia (max. 2 adulti e 3 bambini sotto i 18 anni) 24 Euro.
I biglietti possono essere acquistati anche online.
Terminata la nostra visita ci spostiamo a pochi metri di distanza, nell'Olympiapark.
Si tratta di un parco cittadino davvero immenso che nelle giornate di festa si popola di tantissimi locali che vengono qui a trascorrere alcune ore di svago.
Costruito in occasione dei Giochi della XX Olimpiade, comprende l'area olimpica che vede al suo interno l'Olympia Stadion, l'Olympia Halle, la Small Olympic Hall, l'Olympia Schwimmhalle (dove Mark Spitz vinse 7 medaglie d'oro), l'Olympia Dorf e l'Olympic Media City.
Qui si trova anche il Monumento alle vittime dell'attentato terroristico delle olimpiadi del 1972 dedicato ai sei atleti israeliani e al poliziotto bavarese morti nell'attentato stesso e nel tentativo fallito di liberazione.
Il punto di forza dell'impianto è tuttavia senza dubbio l'Olympiaturm la torre olimpica alta 291 metri, la cui prima piattaforma panoramica è raggiungibile per mezzo di due ascensori che corrono a 7 metri al secondo.
Le persone che possono accogliere al loro interno sono 30 e per salire a 182 metri impiegano circa 30 secondi.
La sua accelerazione e la relativa decelerazione sono talmente improvvise che "si sentono" anche se l'effetto poco gradevole dura solo qualche secondo.
Grazie ai biglietti messi a disposizione da Olympiapark (https://www.olympiapark.de/en/tours-sightseeing/sightseeing/sightseeing-olympic-tower) saliamo anche noi e una volta giunti in alto la vista, nemmeno a dirlo, è mozzafiato.
Girando intorno alla vetrata si domina tutta la città a 360 gradi che in una giornata splendida come quella che stiamo vivendo è pura poesia.
Grazie a dei precisi riferimenti sulle vetrate è possibile osservare da lontano tutti gli elementi che caratterizzano la città tra i quali spiccano, per le dimensioni, il Nuovo Municipio (Neues Rathaus) ma anche la stazione centrale e la Allianz Arena dove gioca il Bayern Monaco.
Mentre si fa tutto ciò è possibile approfittare del ristorante girevole che completa la rotazione in 53 minuti mentre i più temerari possono salire ben due scale che portano ad altrettanti belvedere ancora più alti (185 e 192 metri) e soprattutto aperti, protetti unicamente da ringhiere.
Decisamente troppo per almeno uno dei due della allegra compagnia che soffre di vertigini anche salendo sul marciapiede.
Va detto che la piattaforma a 185 metri ha ospitato tra il 2004 e il 2021 il Museo del Rock più alto del mondo dove si potevano trovare foto, biglietti, strumenti musicali, poster e abiti di scena di big della musica come Freddy Mercury e Jim Morrison o di gruppi quali Pink Floyd e Rolling Stones.
Appurato che la vista è splendida e che tutti i monumenti di Monaco sono effettivamente rimasti al loro posto rispetto al giorno prima, torniamo a toccare meravigliosamente la terra e ci immergiamo nel parco per prenderci qualche meritato minuto di riposo.
L'Olympiaturm è aperta tutti i giorni dalle 09:00 alle 23:00 con ultimo ingresso alle 22:30.
Essendo a pochi minuti dal BMW Museum, i mezzi per raggiungerla sono i medesimi.
Biglietto singolo 13 Euro.
Ridotto 10. Euro
Famiglia (2 adulti con figli minori di 16 anni imparentati) 29,50 Euro.
Qui approfittiamo anche per rifocillarci e per acquistare una bottiglia d'acqua che, come in tutto il resto della Germania, è trattata alla borsa dei metalli preziosi, tanto è cara.
Se Roberto Benigni in Johnny Stecchino suggeriva di non toccare le banane a Palermo, noi vi suggeriamo simpaticamente di non comprare acqua in Germania, almeno non nei chioschi perché una birrozza è decisamente più conveniente, oltre a dare più soddisfazione.
Terminate le pratiche notarili per l'acquisto del prezioso liquido torniamo alla nostra fermata della metropolitana per prendere nuovamente la U-Bahn.
La nostra destinazione è la Hofbräuhaus dove affondiamo le forchette in quattro sostanziosi wurstel con corredo di patate che mandiamo giù aiutati da un pretzel a dir poco enorme e soprattutto da una birra da mezzo litro tanto per stare leggeri.
Espletata quella che in Germania è una formalità imprescindibile, torniamo al primo albergo per ritirare le valigie e quindi con un rapido alternarsi di tram e autobus che a Roma ce lo sogniamo la notte, raggiungiamo il secondo albergo dove nel frattempo si è fatta l'ora per il check in.
Il Marias Platzl Hotel (https://www.mariasplatzl.de/en/) è parte di un complesso che comprende anche un ristorante ridisegnato, una moderna locanda bavarese, un nuovo bar all'aperto e un elegante bar.
Le stanze sono arredate in maniera molto graziosa con il legno a fare da protagonista e un tocco di verde che dà freschezza all'atmosfera.
L'impronta che è stata data dai gestori è all'insegna della sostenibilità: troverete a disposizione bagno schiuma e crema corpo alla birra.
Il giardino del ristorante è a disposizione, in caso di bel tempo, anche per godersi la colazione all'aperto.
Posate le valigie usciamo ancora una volta diretti al Museo della Scienza e della Tecnica (https://www.deutsches-museum.de/en) che dista solo poche centinaia di metri.
All'ingresso, ad attenderci, c'è il Responsabile della Comunicazione che ci fa entrare liberamente e ci illustra i primi ambienti che sono dedicati ai trasporti.
Appena entrati tocchiamo con mano quanto sappiamo già. Questo museo è immenso e per vederlo tutto con la calma necessaria servirebbero giorni. Ogni padiglione è talmente "ricco" da meritare soste che volendo potrebbero essere infinite.
Noi, purtroppo, abbiamo "solo" un pomeriggio e quindi dobbiamo visitare tutto con relativa celerità, magari soffermandoci maggiormente sul settore trasporti che è quello più ci riguarda.
In una cosa saremo agevolati. La giornata è talmente bella che molti locali preferiscono rimanere all'aperto e quindi il museo non è preso d'assalto come accade nei giorni freddi o di pioggia.
Nelle giornate più "complicate", qui dentro si arriva anche a 6.000 visitatori, un numero "importante" che vede alla fine dell'anno anche 1,3 milioni di presenze.
Il museo, peraltro, possiede due distaccamenti nei pressi di Monaco e uno a Bonn e può contare su circa 28.000 oggetti provenienti da 50 aree della scienza e della tecnologia.
La prima sezione che visitiamo è quella dedicata ai treni che tuttavia è piuttosto piccola e contiene unicamente un plastico in Scala H0 che si muove in alcune ora della giornata e alcuni modellini per ipovedenti.
Ci viene spiegato che questa scelta è stata fatta perché a Monaco c'è un altro museo che visiteremo nei giorni seguenti dedicato più esplicitamente ai mezzi ferroviari e quindi si è deciso di "puntare" principalmente su di esso dove l'argomento può essere trattato in maniera più esaustiva.
Il plastico, tuttavia, è decisamente interessante e la scelta del bianco che lo "ricopre" è dettata dal voler attrarre l'attenzione dei visitatori sul movimento dei treni che ripercorre una giornata di servizio in un impianto tedesco.
La scelta dei modelli per gli ipovedenti, invece, è di buon senso, per permettere anche a coloro che non vedono di capire come sia fatta una locomotiva a vapore o un convoglio ferroviario.
La seconda sala è invece dedicata agli aerei e contiene delle installazioni davvero molto interessanti.
Tra esse è possibile trovare più di 50 aerei originali.
Partendo da velivoli d'epoca e modellini (mongolfiere, dirigibili, aerei, elicotteri) viene presentata la storia dello sviluppo della tecnica dell'aviazione: dall'aliante di Lilienthal, passando dal noto aereo cargo Junkers Ju 52 fino al primo prototipo europeo dell'Airbus A300, senza dimenticare gli esordi dell'aviazione, le avventure dei primi aerostieri, gli audaci tentativi di volo usando ali simili a quelle di uccelli, i primi motori per aerei, l'apogeo dei dirigibili e l'interesse militare alla nuova tecnica di volo.
Altrettanto interessanti sono i 60 motori, eliche e propulsori in acciaio esposti.
La terza sezione è forse quella più affascinante, almeno dal nostro punto di vista, perché riguarda lo spazio.
Qui è possibile trovare temi che variano dal mondo degli antenati alla creazione di quello di oggi, l'atmosfera e lo spazio e il nostro sistema solare.
Il passaggio finale all'esposizione mostra il capitolo fantasia e utopia, dove ci si divide tra sogno e realtà.
Nel buio della stanza spicca un astronauta che attira su di sé gli sguardi dei visitatori.
Questa messa in scena rappresenta la prima passeggiata nello spazio dell'astronauta americano, Edward White, durante la missione GEMINI-4 del 1965 quando fluttuò nello spazio per 22 minuti.
Dopo aver utilizzato gran parte del nostro tempo a vedere mezzi di trasporto, decidiamo quindi di spendere qualche minuto anche sul resto che è parimenti interessante.
Ci dedichiamo, quindi, alla sezione dedicata a fotografia e cinema dove sono visibili macchinette fotografiche appartenenti a molti anni fa ma anche ai sistemi utilizzati per spiare le persone nei vari periodi della storia.
Tra le altre cose che ci colpiscono ci sono i vecchi sistemi di riproduzione della musica e la loro evoluzione che in alcuni casi ci ricorda con poca gentilezza che anche noi non siamo più giovanissimi!
L'ultima sezione che vediamo è quindi quella dedicata alla costruzione dei ponti che viene illustrata con diversi plastici e con spaccati di alcune delle strutture costruite nel Paese e non solo.
Purtroppo le 17 arrivano in fretta e con esse la chiusura di un museo che meriterebbe molto tempo in più.
Il Deutsches Museum è aperto tutti i giorni dalle 09:00 alle 17:00.
Si può raggiungere con la S-Bahn per mezzo della fermata Isartor mentre con la U-Bahn tramite la fermata Fraunhoferstraße.
Biglietto giornaliero 15 Euro, ridotto 8 Euro.
Biglietto annuale 38 Euro, ridotto 20 Euro.
Bambini fino a 5 anni ingresso gratuito.
I biglietti possono essere acquistati anche online.
La giornata è stata piuttosto stancante ma qualche risorsa l'abbiamo ancora per andare a fare un po' di sano shopping. Del resto non si vive di sola cultura!
Per farlo raggiungiamo la centralissima Marienplatz non prima di aver notato quanti cittadini di Monaco utilizzino mezzi alternativi per i propri spostamenti.
Lungo il fiume Isar c'è una delle tantissime piste ciclabili che viene letteralmente presa d'assalto dai locali con un contatore che mostra che (almeno) 600.000 mezzi su due ruote sono passati su quella pista dall'inizio dell'anno.
Un numero tutt'altro che trascurabile se si considera che la tempistica contempla anche mesi dove qui il freddo si fa sentire.
Girando per il centro storico di Monaco ci si immerge appieno nella cultura bavarese ma si può anche apprezzare la sua evoluzione in un ciclo di rinnovamento costante che vede coesistere la tradizione con l'innovazione.
Speso qualche soldo in negozi piuttosto selezionati decidiamo quindi di fare ritorno al nostro albergo per una doccia e soprattutto perché la fame inizia a farsi sentire nuovamente.
Con essa, tuttavia, arriva anche la stanchezza che ci spinge a cenare nella birreria interna all'hotel.
La scelta si rivela azzeccata perché la Wiener Schnitzel va giù che è un piacere e con essa anche un dolce che non abbiamo ben capito a base di che fosse ma che ci lascia particolarmente soddisfatti.
Dopo 14 ore in movimento una bella dormita ce la meritiamo, per cui ci congediamo dalla giornata con un saluto ecumenico alla Fidel Mbagnga-Bauna sapendo che il giorno successivo dovremo andare a vedere una attrazione piuttosto particolare in Algovia che dovremo raggiungere ovviamente in treno ma di questo parleremo nella prossima puntata.
Intanto, se volete andare oltre le foto, la prima parte del nostro Ferroviaggi è visibile anche in video dove troverete molto di più di quanto mostrato finora.
Prima di concludere un ringraziamento speciale all'Ente Nazionale Germanico per il Turismo (https://www.germany.travel/en/home.html) del quale vi invitiamo a vedere il microsito della campagna FEEL GOOD per il Turismo Sostenibile in Germania (https://www.germany.travel/en/feel-good/sustainability.html).
Tutte le fotografie di questa prima parte del viaggio sono raggiungibili cliccando qui.
Testo, foto e video di Lorenzo Pallotta e Lilith Zulli