La stazione di Bologna centrale, è una delle più importanti stazioni italiane, per dimensioni e volume di traffico viaggiatori. La sua posizione ne fa il punto di convergenza di molteplici linee dell'Italia Settentrionale, che vi trovano proseguimento lungo la linea appenninica per Firenze e Roma e la linea adriatica per Ancona, Pescara, Bari e Lecce.Contende a Roma Termini il primato per numero di treni giornalieri in transito.
Nel 2013 sono stati eseguiti dei lavori di ammodernamento nella vecchia stazione, e sono stati attivati 4 binari dedicati all'Alta Velocità nella nuova stazione sotterranea. Da subito però la nuova stazione ha ricevuto numerose critiche a causa dei ritardi nella realizzazione del progetto, della pioggia che cola nei sottopassi già pochi giorni dopo l’inaugurazione, del tetto troppo basso del parcheggio Kiss & Ride. Gli stessi viaggiatori si sono poi lamentati per le difficoltà di orientamento. Adesso però, è lo stesso amministratore delegato e direttore generale di RFI, Maurizio Gentile, a evidenziare i defetti della nuova stazione dell’Alta Velocità di Bologna.
“È un esempio critico, non appetibile dal punto di vista commerciale, tanto da metterne a rischio i costi di gestione e con difficoltà logistiche”, dice Gentile a proposito del terminal bolognese in una delle risposte inviate a Dario Nardella, sindaco di Firenze, in merito al nodo ferroviario fiorentino. È proprio dal carteggio tra i due che si evincono altre informazioni non proprio positive, sulla stazione AV di Bologna.
Scrive infatti Gentile: “L’esperienza di stazioni dedicate all’AV ha evidenziato che, a fronte di grandissimi spazi necessari, la frequentazione dei passeggeri è molto bassa, essendo limitata ai soli clienti dell’Alta Velocità” e aggiunge che “La bassa frequentazione rende non appetibile la commercializzazione dei servizi accessori che i clienti comunque si aspettano, come bar, ristoranti e giornali con l’insoddisfazione dei viaggiatori e la mancata copertura di una quota accettabile dei costi di gestione. Esempi critici sono la stazione AV di Bologna, ma anche Roma Tiburtina o Torino Porta Susa”. Gentile, mette poi in evidenza le difficoltà dei viaggiatori nel muoversi tra il vecchio terminal e quello nuovo e sotterraneo. “Un elemento da considerare è la possibilità di interscambio tra il trasporto locale e la lunga percorrenza. L’esperienza di Bologna, dove i percorsi di collegamento sono peraltro brevi, ha fatto emergere molte critiche sul fatto che l’interscambio non è giudicato ottimale”.
Tutte queste considerazioni dovrebbero essere lo spunto per una seria riflessione, dal momento che, con i suoi 530 milioni di euro di costo, un vano sotterraneo lungo 640 metri e profondo 23 metri, la stazione AV era stata inaugurata nel giugno 2013 con grandi aspettative. Ma evidentemente, a distanza di tre anni, così non è stato.
Sono serviti 8 anni di lavori per completarla, a fronte dei 4 previsti, e solo nel febbraio 2015 con l’apertura del Kiss & Ride alle auto private si è realmente conclusa la costruzione del terminal, che non ha nemmeno mai visto l’ombra del progetto futuristico e luminoso dell’archistar giapponese Arata Isozaki.
Sono invece presto emersi tutti i limiti e i difetti; dapprima le infiltrazioni d’acqua nei sottopassi, in seguito le lamentele dei viaggiatori che non riuscivano a orientarsi e alle quali è stata data risposta aumentando la segnaletica. E poi il problema del Kiss & Ride. Chiuso inizialmente dai vigili del fuoco perché privo dei requisiti di agibilità a causa del tetto troppo basso, è a tutt’oggi quasi sempre vuoto e poco utilizzato. Sono inoltre numerosi gli spazi commerciali rimasti vuoti. Un terminal «poco appetibile» come lo definisce la stessa RFI.