Il caposcorta e principale indagato per la strage di Brandizzo del 31 agosto 2023 poteva essere distratto dal telefonino nel momento dell'accaduto.
Secondo l’accusa della procura di Ivrea guidata da Gabriella Viglione Massa in quel momento sapeva che un treno doveva passare.
Lo testimonia il filmato in cui afferma "Se dico treno buttatevi di là".
Eppure nel momento della strage avrebbe navigato su Internet, forse sui social.
Un’ipotesi, va detto, ritenuta comunque integrativa e non fondante.
Sul cellulare, rende noto La Stampa, sarebbero state effettuati anche riscontri tecnici che avrebbero confermato la presenza sul web del caposcorta in orari precedenti al passaggio del treno che ucciderà poco dopo cinque operai.
La procura chiederà una proroga di sei mesi dell’indagine.
RFI è chiamata in causa in base al principio, sancito dalla legge 231, secondo il quale è prevista la responsabilità amministrativa dell’impresa nei casi di omicidio colposo riconducibili a violazioni delle norme sulla sicurezza sul lavoro.
I reati ipotizzati per gli inquisiti sono omicidio colposo plurimo e disastro ferroviario.
Con dolo eventuale, visto che avrebbero agito con la consapevolezza di poter causare la morte degli operai.