Solo qualche giorno fa un articolo su un giornale tedesco decantava le lodi dell'Alta Velocità italiana.
Noi avevamo confermato in un nostro editoriale quelle lodi, specificando, tuttavia, che non erano tutte rose e fiori e che di problematiche ce ne erano diverse.
Nemmeno a farlo apposta, ieri il suddetto sistema non ha retto per una che nemmeno avevamo preso in considerazione e le conseguenze sono state davvero complicate.
Un guasto tecnico, capitato, intorno alle 14, al Frecciarossa 9422 Napoli - Venezia, partito da poco da Roma, ha messo a dura prova i circa 500 passeggeri a bordo: tra Settebagni e Capena, alle porte della Capitale, il convoglio si è infatti improvvisamente fermato, creando malumori e tensioni dovuti soprattutto all'afa asfissiante, anche perché le carrozze senza corrente non avevano più l'aria condizionata.
Inizialmente i passeggeri hanno sperato in un blocco momentaneo, poi, a poco a poco, si sono rivolti alla carrozza ristorante per avere dell'acqua ma le scorte, comprensibilmente, a si sono ben presto esaurite.
Il caldo in questi giorni è asfissiante, il treno è stato disalimentato e quindi l'aria condizionata si è spenta.
Su questi treni i finestrini sono bloccati e non sempre si riesce ad aprire le porte.
Il capotreno, ad un certo punto, le ha aperte anche perché a bordo la temperatura percepita, come ha raccontato qualche passeggero, raggiungeva i 50 gradi.
Il ritardo che si è accumulato è stato di quasi 4 ore e verso le 16.30 i passeggeri sono stati spostati su un altro convoglio.
"Non ci risultano malori tra i passeggeri - spiega Rete ferroviaria italiana (RFI) - il costo del biglietto verrà ovviamente restituito.
Tutto quello che era sulla carrozza ristorante è stato distribuito ai passeggeri e all'arrivo sono stati dati anche dei kit di assistenza".
Tra i passeggeri, anche l'ex ministro ed esponente del Pd Dario Franceschini, che a Repubblica ha raccontato: "Non accuso nessuno. Per me è stata una brutta esperienza, per altri drammatica.
Spero che quanto successo oggi aiuti a migliorare gli interventi in casi di emergenza".
Il guasto ha causato qualche cancellazione e ovviamente ritardi ad altri treni, generalmente contenuti tra i 60 e i 90 minuti.
In questo caso, come si capisce, il problema non è stato esplicitamente un guasto sulla linea ma ad un treno che comunque ha finito per coinvolgere anche gli altri convogli lungo l'asse.
Il concetto è sempre lo stesso. L'Alta Velocità italiana funziona e quando tutto va bene è un vanto a livello mondiale.
Quando qualcosa va male, a un treno o - come avevamo scritto nel nostro editoriale - alla linea stessa, è tuttavia meglio non trovarsi su uno dei mezzi coinvolti.