Nella giornata di ieri si è tenuto un confronto tra il viceministro al Mit Galeazzo Bignami, l'amministratore delegato e direttore generale di Rfi Gianpiero Strisciuglio, il governatore delle Marche Francesco Acquaroli e l'assessore alle Infrastrutture Francesco Baldelli.
Nell'occasione è stato fatto il punto sulla creazione di una nuova linea in arretramento nell'entroterra rispetto all'Adriatica.
Il progetto che si starebbe prendendo in considerazione prevede ora due binari da costruire ex novo e da destinare all'Alta Velocità, che correrebbero "paralleli" all'attuale ferrovia.
La stessa diventerebbe quindi una sorta di metropolitana di superficie per i passeggeri e, anche se le intenzioni sembrerebbero diverse, anche una via per le merci che difficilmente potrebbero finire su una linea AV.
L'investimento è di quelli che fanno tremare le vene ai polsi.
La stima fatta è di ben 60 miliardi di euro totali per una nuova linea che corra da Bologna fino alla Puglia.
La quota parte delle Marche si aggirerebbe intorno ai 20 miliardi di euro, ma l'idea per affrontare una simile spesa "monstre" è quella di ragionare su un'infrastruttura che proceda a stralci.
Ora, tuttavia, viene la parte più complicata perché dalla teoria si dovrebbe passare alla pratica con la progettazione e il confronto col territorio.
Quel che pare ovvio è che si tratterebbe di un'opera senz'altro più funzionale rispetto ai previsti bypass locali ma che avrebbe tempi di realizzo molto più lunghi.
Un'opera, dunque, che guarderebbe al futuro e non al breve o medio termine.