Sono stati tutti rinviati a giudizio i sei ferrovieri per il deragliamento del treno a Carnate.

Lo ha deciso ieri la giudice del Tribunale di Monza Angela Colella al termine dell'udienza preliminare.

Di disastro colposo e lesioni personali colpose sono accusati il capotreno, il macchinista e due addetti alla manutenzione, mentre due dirigenti sono imputati di tentato depistaggio e frode in processo penale.

Il 19 agosto 2020 il convoglio, proveniente da Milano Porta Garibaldi e diretto a Paderno Robbiate, giunto a fine corsa alla stazione, si era rimesso in movimento da solo.

Fortunatamente c'era un unico passeggero a bordo, che se l'era cavata con contusioni per 40 giorni di prognosi.

Secondo la pubblica accusa, il treno Trenord 10767 "veniva lasciato incustodito senza inserimento di freno di stazionamento e di freno a molla.

Essendosi verificata un'anomala ricarica della condotta generale del freno continuo, il convoglio, privo di personale di bordo, riprendeva autonomamente la sua corsa in direzione Milano e terminava la corsa alla stazione di Carnate sviando sul tronchino, sfondandolo e deragliando sul terrapieno".

Secondo gli inquirenti il disastro è stato causato anche dalla "condotta del personale della squadra manutentiva che aveva da poco sottoposto a revisione l'impianto frenante, senza riscontrare il malfunzionamento".

Inoltre sarebbe emerso "come alcune figure dirigenziali di Trenord srl, intuita la causa del guasto, al fine di ostacolare le indagini sul disastro ferroviario, abbiano fatto rimuovere dal relitto della vettura semipilota - e poi occultato - il rubinetto del freno ed il rubinetto di intercettazione". 

Accuse negate dagli imputati, che avevano chiesto il proscioglimento dalle accuse e ora affronteranno il dibattimento fissato a luglio

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