L’idea di integrare una carrozza dedicata al gioco nei treni rappresenta, certamente, un concetto innovativo che potrebbe rivoluzionare l’esperienza di viaggio. Vediamo questo tipo di proposta quali potenzialità umane, legislative ed economiche potrebbe avere.
L’idea di allestire carrozza casinò nei treni è una proposta interessante sotto tanti punti di vista. Questo concetto, molto innovativo, tocca, infatti, vari livelli di intrattenimento ma solleva importanti questioni economiche, legislative e umane. L’Italia è un paese di giocatori, i numeri dell’industria dell’azzardo sfiorano i 140 miliardi annui e i casinò online con denaro reale sono sempre più popolari. Chi gioca nelle piattaforme online con soldi veri potrebbe, dunque, anche essere interessato all’idea di arricchire di svago un viaggio sulle rotaie.
Giochi con soldi veri in treno: un’analisi approfondita
Dal punto di vista economico, inserire una carrozza per il gioco nei treni potrebbe generare generose entrate aggiuntive per le compagnie ferroviarie. Queste entrate, infatti, non deriverebbero solo dal gioco in sé ma anche dall’attrattiva verso il gioco da parte di un certo tipo di clientela e dall’aumento dei consumi a bordo. Va, comunque, considerato l’investimento iniziale da parte delle compagnie per l’adeguamento delle carrozze, la formazione del personale ferrovieri, l’acquisto delle attrezzature e il mantenimento di sicurezza e integrità delle stesse. Queste, però, sono valutazioni spicciole che meriterebbero un approfondimento da parte degli esperti.
Sul fronte legislativo, acquisire una carrozza casinò richiederebbe un’attenta lettura della regolamentazione del gioco d’azzardo in Italia. Le nostre leggi nazionali, infatti, sono tra le più severe al mondo e tutto il settore è gestito dall’Agenzia Dogane e Monopoli che controlla e verifica le condizioni per poter ottenere le licenze di gioco nel nostro paese. Non sarebbe, comunque, facile (al di là dell’autorizzazione formale a questo casinò da viaggio) avere il totale controllo di un casinò in movimento e il personale dovrebbe essere molto attento nel far sì che si rispettino le regole base come la maggiore età dei giocatori.
Dal punto di vista umano, è chiaro che, se da una parte abbiamo l’adrenalina alle stelle di coloro che sono già appassionati d’azzardo, dall’altra c’è il dilemma etico di collegare il gioco a un viaggio di piacere o di lavoro. Questo, però, è un dilemma più sulla carta che, poi, nella vita quotidiana. L’utilizzo del pc o degli smartphone per giocare d’azzardo ci consente di farlo ovunque e a qualunque ora del giorno e della notte. Possiamo giocare prima di andare a dormire, mentre siamo al bar, in una pausa lavorativa, su una spiaggia tropicale. Tutto è concesso perché il gioco digitale è molto più accessibile.
Pensare, quindi, di aumentare il rischio di gioco compulsivo solo perché si è in treno è un errore di concetto grave. Deve essere sempre presente, infatti, ovunque ci si trovi, l’idea di gioco responsabile, con una forte sensibilizzazione da parte degli operatori e del Governo. Giocare bene significa, prima di tutto, divertirsi, senza pensare di dover per forza vincere qualcosa e con un budget ben definito. Insomma, ci vuole razionalità e la consapevolezza di lasciar perdere il gioco quando si intuisce di essere troppo accaniti nel tentativo di portarsi a casa dei soldi.
Educare al gioco, dunque, ovunque si giochi, è l’unica risposta al fattore umano. Dal punto di vista legislativo, soprattutto, ma anche economico, le variabili sono tante e meritano tempo e competenza per comprendere, a pieno, le potenzialità di un’idea così innovativa.