Dopo aver rischiato grosso, Eurostar dà segni di grande solidità.

I risultati del 2023, pubblicati nei giorni scorsi da Il Sole 24 Ore sono buoni: il numero di passeggeri è aumentato del 22% annuo, per raggiungere un totale di 18,6 milioni di persone (tornando ai livelli pre-pandemia).

Nei fatti, tra quattro capitali del Nord Europa, Eurostar ha pressoché sostituito l’aereo.  

Eurostar conosce le difficoltà tecniche, giuridiche, sindacali che le società ferroviarie affrontano nell’attraversare i confini, malgrado la liberalizzazione del mercato.

Ogni giorno i suoi convogli utilizzano sei infrastrutture diverse (il tunnel sotto la Manica ha le proprie particolarità).

Il personale viaggiante deve parlare quattro lingue (il francese, l’olandese, l’inglese e il tedesco).

«Entro il 2030 vogliamo servire 30 milioni di passeggeri», dice Gwendoline Cazenave, da un anno e mezzo al comando di 2.400 persone di 37 diverse nazionalità.

La presidente della società ferroviaria non intende creare nuove destinazioni o espandersi oltre modo: «La nostra rete è la nostra spina dorsale».

Piuttosto, vuole facilitare i collegamenti con le reti ferroviarie nazionali.

Fa l’esempio di Ginevra: «Vogliamo fare in modo che il passeggero possa optare per il treno viaggiando tra Bruxelles e Ginevra, con una coincidenza a Parigi.

Mi rendo conto che c’è un cambio di stazione, tra la Gare du Nord e la Gare de Lyon, ma il nostro compito è quello di renderlo il più semplice possibile».

Agli occhi di Eurostar nuove opportunità ci sono anche con la Spagna o l’Italia.

«Trenitalia è un potenziale partner, assolutamente», afferma Cazenave. Su alcune delle sue tratte, Eurostar - i cui azionisti sono la francese SNCF, la belga SNCB, una banca canadese e un fondo anglosassone - rimane in condizioni di pressoché monopolio.

Da anni, le Ferrovie dello Stato sono interessate a offrire un servizio passeggeri sul percorso Parigi-Bruxelles-Amsterdam e hanno già chiesto l’autorizzazione alle competenti autorità.

Tra le aziende ferroviarie più attive all’estero, la società italiana è già presente con propri servizi in cinque Paesi europei: la Francia, la Germania, il Regno Unito, la Spagna e la Grecia.

Interpellata sulla possibilità di nuova concorrenza sulle sue tratte, Cazenave risponde con un sorriso: «È un bene per il business quando sul mercato ci sono più operatori».

Fonte Il Sole 24 Ore

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