La decisione della Regione Molise, di chiudere la tratta ferroviaria Termoli - Campobasso, trova la ferma contrarietà sia dell'opposizione che dei sindacati.

"Se RFI vuole investire 150 milioni di euro sul Pnrr per modernizzare la tratta Termoli-Campobasso, è inaccettabile che nel Contratto di Servizio firmato dalla Regione Molise si preveda, fino al 2033, l’eliminazione di fatto del trasporto su ferro su quel percorso.

Chiederemo che questo accordo venga cambiato attraverso atti consiliari e anche con una mobilitazione popolare tra i pendolari e i lavoratori delle ferrovie: ci sono 50 famiglie che vedono il loro futuro incerto e non possiamo permettere che questi fondi del Pnrr vadano buttati in questo modo".

Queste le dichiarazioni della capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Alessandra Salvatore, che insieme con i colleghi Micaela Fanelli e Vittorino Facciolla e con il supporto del segretario, Ovidio Bontempo, ha annunciato battaglia, in Aula e fuori, rispetto al Contratto di Servizio firmato con RFI ed entrato in vigore lo scorso 1° gennaio con validità fino a tutto il 2033.

"Come molisani, se non possiamo pretendere la modernità, abbiamo diritto quantomeno alla normalità. Ieri ad Isernia – ha ricordato la capogruppo Dem – è arrivato il primo treno elettrico a distanza di quasi 100 dell’inaugurazione del primo tratto ferroviario elettrificato, quello tra Benevento-Foggia, nel 1928.

Tutto questo non lo possiamo accettare e ne chiederemo sicuramente conto al governatore Roberti il quale, peraltro – ha concluso Salvatore – sulla velocizzazione della Termoli-Campobasso concordava con noi sul fatto che si farà".

Dello stesso tenore le dichiarazioni  dei sindacati. "Il contratto di servizio con Trenitalia sigla di fatto la chiusura del Molise. La viabilità è da sempre la questione centrale per lo sviluppo di un territorio non solo per l’accessibilità delle persone ma anche per la promozione economica delle risorse che quel territorio possiede" – scrivono in una nota congiunta Filt Cgil Molise, Fit Cisl Molise e Orsa Ferrovia.



"Favorire uno sviluppo armonico delle infrastrutture significa disegnare il futuro, lavorare per assicurare i collegamenti in maniera strategica significa avere lungimiranza e facilitare il percorso di rinascita che una regione come il Molise da troppo tempo reclama".

Questo concetto sembra essere lontano milioni di anni luce dalle consapevolezze del governo regionale che palesa una chiara inclinazione a fare i conti del ragioniere piuttosto che avere la lungimiranza necessaria ad ogni politico.

Il ragioniere guarda il debito, vede i costi e taglia le spese ed è proprio quello che è accaduto nel nuovo contratto di servizio con Trenitalia.

L’assessore regionale alle Infrastrutture Michele Marone, con nota ufficiale, ci ha comunicato la chiusura della Termoli/ Campobasso nonostante le risorse stanziate dal Pnrr per l’ammodernamento e l’elettrificazione della linea che avrebbero permesso di raggiungere Campobasso in un’ora. Verranno inoltre soppresse 4 corse sulla Campobasso- Napoli che saranno garantite non da autobus sostitutivi ma dal Tpl".

“Riteniamo questo fatto politicamente gravissimo poiché – sottolineano – si evince chiaramente la volontà di spostare il trasporto dal ferro alla gomma contro ogni principio sancito nel Pnrr, nei Fondi Europei, nelle azioni messe in capo in Europa e nel Paese.

Spostare il trasporto su gomma con un sistema viario fatiscente come quello molisano non ha alcun senso logico e diventa inaccettabile. Con questi provvedimenti si taglia definitivamente ogni prospettiva di sviluppo per questa terra con decisioni assunte unilateralmente senza convocare le Parti Sociali nonostante una richiesta di incontro inviata addirittura in estate.

Poco importa a chi ci governa che verranno messi a rischio circa 50 posti di lavoro tra Ferrovie e indotto, poco importa il disagio di chi si recava a Napoli o Caserta per studio, lavoro o per trovare altrove l’assistenza sanitaria che ci hanno negato, poco importa il disagio che vivranno i disabili penalizzati fortemente nell’utilizzare autobus.

Poco importa…quello che conta è che alla fine i conti tornino e non tagliando sprechi e privilegi, ma tagliando servizi. I conti tornano e i ragionieri sono soddisfatti!".

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