Non si placa la polemica attorno alla linea Faentina.

I sindaci dei Comuni di Brisighella e Faenza in provincia di Ravenna e Borgo San Lorenzo e Marradi in provincia di Firenze rivolgono un appello al commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione, il generale Francesco Paolo Figliuolo, affinché il ripristino delle frane lungo la linea ferroviaria Faentina – che collega Faenza e Firenze toccando gli altri tre paesi – diventi un’assoluta priorità di tutti, riconoscendo la pubblica utilità dell’intervento.

«Chiediamo, nel più breve tempo possibile, l’individuazione di risorse economiche ad hoc e la predisposizione dei progetti operativi degli interventi sulle frane che consentano, in tempi certi, il ritorno alla piena funzionalità della tratta ferroviaria».

L’appello chiama in causa anche le Regioni e gli enti preposti.

Come ampiamente documentato, la tratta è rimasta a lungo interrotta dopo le frane della primavera e il traffico è ripartito solo il 27 dicembre ma con l’installazione di un sistema di rilevazione di rischi frane che impone l’interruzione del servizio in caso di pericolo.

Evento che, peraltro, si è verificato pochi giorni dopo la riapertura.

«Abbiamo espresso soddisfazione per il sistema di allertamento individuato da Rfi, capace di prevedere la probabilità di innesco di frane causate da precipitazioni e di interrompere immediatamente la circolazione in caso di pericolo.

Tuttavia, i disagi emersi alla prima interruzione della linea tramite il nuovo sistema dimostrano che la soluzione adottata non è sufficiente a garantire la continuità del servizio con un minimo di funzionalità.

Le risposte giunte da Rfi confermano che eventuali ulteriori correttivi non potranno in ogni caso evitare che il servizio di trasporto Faenza-Firenze rimanga a tempo indefinito in uno stato di emergenza perenne a danno dei cittadini-utenti, data l’imprevedibilità di ogni allerta, le difformità degli orari dei bus rispetto a quelli dei treni e l’incertezza sui tempi di percorrenza».

Per i quattro sindaci è giunto il momento che tutti si assumano le proprie responsabilità: «Siamo perfettamente consapevoli dell’enorme mole di lavoro in corso per la messa in sicurezza idrogeologica del territorio che coinvolge direttamente i nostri Comuni.

Allo stesso tempo, ribadiamo con forza che il ripristino delle infrastrutture viarie e di trasporto deve avere lo stesso grado di priorità.

In un contesto di alta mobilità della popolazione, sono in gioco le opportunità messe in campo negli anni per evitare l’indebolimento dei territori interni e la stessa sopravvivenza delle nostre comunità.

Riteniamo che tali problematiche, pur partendo da terreni privati, abbiano un impatto diretto sulla linea ferroviaria, un’infrastruttura preposta a un servizio pubblico; pertanto, vanno considerate al pari di interventi pubblici».

L'impossibilità di poter pianificare i viaggi lungo la linea è stata anche alla base della cancellazione dello storico Treno di Dante, sospeso e mai ripartito.

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