Rete ferroviaria italiana risponde ai sindaci che puntavano il dito contro le difficoltà emerse sulla linea Faenza-Firenze in occasione dei tre giorni di fermo imposti ai treni a causa delle allerte meteo e dell’entrata in funzione del sistema di monitoraggio delle frane.

Lo rende noto il Resto del Carlino.

"Non tocca a Rfi mettere in sicurezza montagne e colline che incombono a decine di metri dal tracciato dei binari".

Questo, per il quotidiano, il senso dell’irritazione che si respira dopo le critiche piovute nei giorni scorsi.

Di chi è la competenza su quei tratti di collina che paiono più a rischio sotto il fronte franoso?

Si tratta forse di terreni privati o appartenenti al demanio, ma certamente non di proprietà di Rfi, e sui quali dunque le Ferrovie non hanno possibilità di intervenire, "a meno che qualcuno non ci chieda di siglare un accordo in proposito per mettere a disposizione i nostri professionisti o i nostri tecnici, cosa che al momento non si è verificata".

Da parte di Rfi, dopo i disguidi nella messa a disposizione dei bus nelle scorse giornate, arriva una rassicurazione: "la linea Faenza-Marradi è ritenuta strategica e gli investimenti fatti di recente lo dimostrano.

I numeri parlano da soli: cifre di quel tipo sono normalmente impiegate per tracciati solcati da un volume di passeggeri decisamente maggiore.

Se si è deciso di investire è perché la ferrovia Faentina non è minimamente ritenuta secondaria".

Rfi replica anche per quanto riguarda i tempi legati al sistema di allerta e alla predisposizione di bus sostitutivi: "evidenziamo che lo scattare dell’allerta arancione o rossa concede un certo preavviso per mettere a disposizione di romagnoli e toscani bus e autisti – proseguono da Rfi – mentre quando invece a scattare è il sistema di allerta Sanf, quello cioè legato ai sensori che monitorano gli eventuali movimenti delle porzioni di terreno a rischio frana, come avvenuto sabato, allora la chiusura della ferrovia è immediata.

Ai treni ancora in viaggio viene consentito di arrivare a destinazione, dopodiché la circolazione è interrotta. Questo chiaramente implica che i bus e i loro autisti ci mettano un po’ ad entrare in servizio".

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