Leggiamo spesso di viaggi con ritardi record in Italia, ma purtroppo "disastri" simili si verificano inevitabilmente anche all'estero.

Lo hanno provato sulla loro pelle i passeggeri del Nattåg 93 di Vy, partito alle 15.11 del 23 lulgio da Narvik, nel nord della Norvegia, e previsto in arrivo a Stoccolma alle 10.09 del giorno successivo.

Il treno si è fermato verso le 20 a Gällivare, nei pressi del Circolo Polare Artico perché la linea risultava interrotta tra quella stazione e Boden, per problemi di geometria dei binari causati dalle temperature superiori ai 25 °C, che a noi fanno sorridere ma che evidentemente sono sufficienti a mettere in crisi l'armamento scandinavo.

Inizialmente la compagnia ha cercato di organizzare dei bus sostitutivi, ma non essendo riuscita a reperirli ha cercato di sistemare i viaggiatori in hotel per la notte.

Fallita anche questa seconda soluzione, i malcapitati hanno trascorso la notte sul treno fermo in stazione, che è partito la mattina successiva dopo le sei, con circa 11 ore di ritardo.

Già di per sé il ritardo era di tutto rispetto, ma giunto a Boden (quindi superata l'interruzione iniziale) anziché proseguire verso sud il treno è stato deviato a Lulea, sulla costa, dove è arrivato verso le 10, e qui soppresso.

I circa 300 passeggeri hanno quindi dovuto trasbordare su pullman, partiti dopo un'ora e trenta di attesa intorno alle 11.30 verso Umeå via strada statale con la promessa di un treno ad alta velocità che li avrebbe portati da qui a Stoccolma.

Invece, giunti a Umeå, gli sfortunati ospiti sono stati trasbordati su regionali ordinari (oltretutto espletati con treni Coradia da quattro elementi, insufficienti per il numero di passeggeri) prima fino a Sundsvall, poi da qui a Gävle, e infine da qui a Stoccolma di nuovo in pullman.

Tra trasbordi, affollamento e tempo di viaggio ulteriormente maggiorato, una soluzione non certo agevole per i tanti passeggeri, in viaggio già da oltre 24 ore!

L'odissea si è conclusa intorno alle 0.30 del 25 luglio, con un ritardo di oltre 15 ore per un tempo di percorrenza complessivo di oltre 33 ore.

Certamente una prestazione poco lusinghiera per un Paese che spesso viene ritenuto all'avanguardia nei servizi, ma che evidentemente ha molto da migliorare.

Testo e foto di Pietro Bonora

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