La decisone delle Ferrovie svizzere di interrompere i collegamenti con il nostro Paese, facendo fermare i treni a lunga percorrenza alle stazioni di confine di Chiasso e Briga, ha suscitato diverse reazioni.

Ricordiamo che tutti i collegamenti ferroviari per l’Italia sono sospesi dal 10 dicembre. La sospensione per il traffico a lunga percorrenza è valida fino a data da definirsi, mentre per il traffico TiLo la misura è momentaneamente limitata a soli tre giorni (10-12 dicembre).

“L’interruzione dei treni tra Italia e Svizzera, annunciata dalle Ferrovie elvetiche, è figlia di un pasticcio determinato dall’ultimo DPCM che introduce norme eccessivamente burocratiche per i viaggiatori in ingresso dalla Svizzera. È necessario che il Governo rimedi nel più breve tempo possibile al danno arrecato ai lombardi e in particolare ai frontalieri”, spiega l’assessore regionale a Infrastrutture, Trasporti e Mobilità sostenibile Claudia Maria Terzi annunciando una lettera al Ministero dei Trasporti. “Scriverò al ministro per chiedere interventi rapidi. È del tutto evidente che il Governo abbia emanato delle norme senza valutare le ricadute concrete, e gravi, per i lombardi”.

“Per la questione relativa alla decisione unilaterale annunciata dalle Ferrovie Federali Svizzere penso che le prossime ore potranno portare novità”, ha detto il deputato del Pd Enrico Borghi.  Spiega Borghi: “Ho sentito la ministra dei Trasporti, Paola De Micheli. Da sempre siamo sostenitori di un’armonizzazione delle misure di contrasto al contagio da Covid-19 tra Italia e Svizzera, perché solo in questo modo si può davvero fermare il virus ed evitare decisioni unilaterali che non aiutano nessuno. In queste ore siamo al lavoro con tutte le autorità coinvolte per chiedere di collaborare con l’Italia nei controlli disposti con l’ultimo DPCM, per evitare così comportamenti difformi lungo i confini, e per evitare che venga interrotto il servizio ferroviario per i lavoratori frontalieri”.

Sulla questione interviene con una nota, anche la Cgil Frontalieri. “È grave la decisione delle Ferrovie federali svizzere di bloccare i treni transnazionali da e per la Svizzera a partire da giovedì”. Dichiara Cgil Frontalieri, ricordando che il provvedimento che “riguarda tanto il traffico a lunga percorrenza, quanto il treno regionale Ticino Lombardia, metterà a dura prova le condizioni di migliaia tra i nostri lavoratori frontalieri che quotidianamente ne fanno uso”.

La sorprendente decisione getterà da domani nellincertezza oltre cinquemila dei 70mila lavoratori frontalieri del Ticino che, nella migliore delle ipotesi, finiranno per adottare l’alternativa del mezzo privato, quando possibile, caricando ulteriormente le reti viarie di collegamento già di norma congestionate con buona pace dei tempi di percorrenza e dell’ambiente” continua la Cgil, sottolineando che si tratta di un provvedimento “che, oltre ad evidenziare ancora una volta l’assenza di un sia pur minimo coordinamento interregionale, aggiunge se possibile ulteriore perplessità nella gestione della pandemia da parte dei Cantoni di confine che, pur in presenza di un tasso di contagio tra i più alti al mondo (come ha ricordato in novembre l’OMS), per ragioni squisitamente economiche, hanno adottato provvedimenti troppo blandi a giudizio unanime ed ora, al contrario, dichiarano di non poter garantire provvedimenti minimi come la misura della temperatura corporea ed il distanziamento sociale sui treni”.

“Urge un intervento presso i governi cantonali delle istituzioni nazionali e regionali italiane nel quadro di una leale collaborazione – conclude la nota – al fine di ripristinare i collegamenti ferroviari per migliaia di lavoratrici e lavoratori che, utile ricordarlo, contribuiscono in maniera determinante al sistema economico elvetico nei Cantoni di confine”.
“Attonita”, si dice la parlamentare di Italia Viva: Questa scelta delle ferrovie, non concordata preventivamente con i governi italiano e svizzero e tardivamente comunicata, lascia davvero attoniti perché verrebbe meno un servizio essenziale per migliaia di lavoratori e cittadini in un periodo assai delicato. Confido che nelle prossime ore i rispettivi ministeri dei trasporti, che si sono prontamente attivati ieri sera non appena ricevuta la comunicazione, possano giungere a una rapida risoluzione della vicenda”.

Intanto il Mit ha fatto sapere che sarà necessario trovare una soluzione che garantisca i servizi essenziali. “La questione dei collegamenti ferroviari con la Svizzera per il governo italiano va risolta” così commenta il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che si è subito attivato con le società interessate, che non avevano comunicato al Mit la decisione presa.

“L’obiettivo, in stretto raccordo con le autorità svizzere, è di individuare prontamente una soluzione condivisa per garantire almeno i servizi minimi essenziali tra i due Paesi. A tal fine è prevista domani mattina la telefonata tra la ministra Paola De Micheli e la sua omologa e presidente di turno della Confederazione elvetica Simonetta Sommaruga” ha fatto sapere il ministero.

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