L'Associazione Ferrovia Internazionale Torino-Svizzera scrive alle Prefetture di Vercelli e Novara riguardo agli interventi attualmente in essere fra Gattinara e Romagnano Sesia, in seguito all'alluvione del 2/3 Ottobre scorso.

"Come è noto l'alluvione del 2-3 ottobre, con il crollo del ponte di collegamento stradale tra Romagnano Sesia e Gattinara, ha inferto un duro colpo alle comunicazioni tra le due sponde del Sesia.

Essendo ormai trascorso più di un mese dall'evento, riteniamo importante fare il punto della situazione e allo stesso tempo focalizzare la Vostra attenzione su alcuni temi che riteniamo della massima importanza per il futuro del sistema trasporto della Regione Piemonte.

Il 3 ottobre le città di Romagnano Sesia e Gattinara sono rimaste prive di una cerniera di collegamento stradale. Pochi giorni dopo si è deciso di intervenire sul viadotto ferroviario, asportando i binari dal lato di Gattinara e disponendoli lungo il ponte stesso, compromettendo di fatto l'opportunità di ricollegare con il mezzo ferroviario le due cittadine. In poche settimane la forza della natura e la mano dell'uomo hanno dunque compromesso tanto il sistema stradale come quello ferroviario. 

Sappiamo che la normativa impone di mantenere in essere le vie ferroviarie sospese. A tal proposito viene da chiedersi quando e da parte di chi siano stati autorizzati i lavori di asportazione dei binari ed il loro trasferimento sul ponte. Agendo in tali termini è stata preclusa l'immediata possibilità di utilizzo di una via di comunicazione ferroviaria strategica che consentiva l'attraversamento del fiume Sesia, fatto non trascurabile nel calcolo del rischio di calamità naturali.

Ci domandiamo quali alternative siano state programmate per sopperire alla mancanza di questa via di comunicazione, causata dagli interventi realizzati.

Riteniamo che per risolvere un danno si sia proceduto a procurarne uno maggiore. L'intervento di rimozione dei binari ha compromesso la possibilità di attivazione in tempi brevi di una navetta ferroviaria ed il futuro auspicato ripristino dell'intera linea ferroviaria. Si è invece preferito dare inizio alle opere di trasformazione  di un viadotto ferroviario in un viadotto stradale.

Un semplice ponte mobile militare (sistema Bailey), collocato sulle macerie del ponte stradale, e una navetta ferroviaria avrebbero potuto vedere la luce già nei primi giorni successivi all'alluvione.

Restando a disposizione per ulteriori chiarimenti e approfondimenti, confidiamo nella sensibilità delle S.V. di mettere in campo gli strumenti necessari atti a fare chiarezza su quanto stiamo esponendo.

Achille Chiari

Presidente Associazione "Ferrovia Internazionale Torino-Svizzera""

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