La perizia sul grave incidente occorso al Frecciarossa 9595 deragliato al PM Livraga all’alba del 6 febbraio scorso è stata depositata ieri in Procura a Lodi.

Lo rende noto Il Giorno.

I consulenti escludono “l’errore umano”. I cinque operai di Rfi, che poche ore prima della tragedia avevano lavorato proprio sulla scambio, il “punto zero“ del deragliamento, secondo quanto ricostruito non avrebbero colpe (decisiva la simulazione effettuata il 23 febbraio scorso sui binari con un’altra squadra specializzata e che aveva smontato e rimontato lo scambio).

Sarebbe invece confermato il difetto tecnico, quello legato a un pezzo interno allo scambio, un attuatore, realizzato nello stabilimento di Alstom Ferroviaria di Firenze, ma prodotto con il cablaggio invertito. A pesare anche la mancata segnalazione dal sistema elettronico di sicurezza, il sistema di rilevamento, che, secondo quanto verificato dal Nucleo investigativo della Polfer, avrebbe ricevuto una segnalazione di binari per corretto tracciato e non per deviata.

Restano per ora indagate 18 persone con ipotesi di reato a vario titolo per disastro ferroviario, omicidio colposo e lesioni: oltre ai 5 operai di Rfi, l’ad di Alstom Ferroviaria Michele Viale, i vertici di Rfi, compreso l’ad Maurizio Gentile, e i responsabili Alstom Ferroviaria dello stabilimento di Firenze.

Oltre alle due società (Rfi e Alstom Ferroviaria) per la legge sulla responsabilità amministrativa. Per la chiusura delle indagini, ora, la palla passa alla Procura di Lodi.

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