Come diceva Nanni Moretti in uno dei suoi film più riusciti "le parole sono importanti" e alle volte, forse, andrebbero utilizzate in maniera migliore.

Quello a cui facciamo "vagamente" riferimento è l'annuncio del rinnovamento della ferrovia che corre tra Palermo, Catania e Messina che troppi, un po' ovunque, non cessano di definire futura linea ad Alta Velocità.

Che il tragicomico spesso decori i progetti infrastrutturali siciliani è sotto agli occhi di tutti, ma ciò che risulta particolarmente difficile da digerire per chi vive sull'isola è che si edulcori fin troppo la realtà rendendola migliore di quello che sia.

Prima di affrontare il discorso vale la pena paragonare una "vera" linea AV come la Roma-Napoli con quella ipotizzata per la Sicilia. Basta una rapida occhiata alle caratteristiche tecniche per vedere che la linea Palermo-Catania-Messina potrebbe diventare una ottima tratta regionale, ben lontana però dai criteri accettati universalmente di una tratta ad alta velocità.

Il confronto tra le due tratte mette infatti a nudo la reale natura della linea a progetto che nulla ha a che vedere con una AV anche a causa dell'inquietante possibilità che parte della tratta rimanga a binario singolo e che quasi il 40% del tracciato resti esattamente quello di prima, più specificatamente nelle tratte Palermo-Fiumetorto, Catania-Fiumefreddo e Messina-Giampilieri.

Il progetto della "nuova" linea nasce con l'idea di collegare velocemente Palermo con Catania e quest'ultima con Messina e di rendere efficienti, sicuri e rapidi i collegamenti ferroviari non solo in Sicilia ma in tutto il Mezzogiorno. Che ci sia un miglioramento rispetto alla situazione attuale non c'è dubbio, il problema è che su diversi media anche istituzionali lo si definisca "nuovo collegamento ferroviario di Alta Velocità Palermo-Messina-Catania", quando di AV, come detto, ha poco o nulla.

Se quanto comunicato non è stato da noi travisato, infatti, l'infrastruttura sarà consegnata parzialmente "monca" poiché non sarà raddoppiata parte della tratta interna verso Enna ma vi sarà solo una predisposizione futura che conoscendo come (non) funzionano le cose in Italia non è dato sapere se e quando si trasformerà in qualcosa di più concreto.
La velocità massima, poi, sarà di 160 km/h con alcune tratte a 200 km/h, quando una linea AV viene considerata tale solo se i convogli che la percorrono possono viaggiare a più di 250 km/h.

Inevitabilmente poco c'è da aspettarsi poi anche rispetto ai rotabili. I siciliani, forse illusi da posticci rendering visti su alcuni giornali con Frecciarossa "svolazzanti" sulle linee, si aspettano nel prossimo futuro treni ad alta velocità che ovviamente, probabilmente per lungo tempo, resteranno ben saldi sulla terra ferma. Tutto questo perché senza un ponte o un tunnel, checché ne dica qualche ministro, è tecnicamente ed economicamente improbabile se non impossibile portare un convoglio AV in territorio siculo.

Non rimane dunque che concentrarsi sui vantaggi che porterà questa nuova tratta se e quando sarà terminata, tra i quali senza dubbio c'è la riduzione dei tempi di percorrenza tra Palermo e Catania e tra Palermo e Messina che saranno finalmente in media con quelli nazionali tanto per i treni regionali quanto per i treni Intercity ma nulla più di questo.

Al netto di ciò le domande che sorgono spontanee sono principalmente due. La prima è perché viene ritenuto non economicamente conveniente collegare la Sicilia stabilmente con il resto del Paese e soprattutto realizzare una "vera" linea AV?

La risposta, come direbbe Bob Dylan "soffia nel vento", cosa che risulta ancora più difficile da accettare considerando che ogni anno attraverso lo Stretto di Messina transitano diversi milioni di persone e che la tratta aerea più trafficata d'Italia è la Roma-Catania, visto che in mancanza di una dignitosa alternativa i Siciliani sono costretti a utilizzare l'aereo.

La seconda invece è più semplice. Perché non utilizzare soprattutto nei portali istituzionali il termine giusto, Alta Capacità, o Alta Velocità di Rete, senza avventurarsi in definizioni pretenziose che poi sono destinate a sciogliersi come neve al sole di fronte alla presentazione dei progetti? 

In attesa di trovare risposte a questi quesiti ai siciliani non resta che consolarsi con l'idea che prima o poi questa terra avrà il suo riscatto, ferroviario e non. Speriamo più prima che poi.

Testo e foto di Vito Manno

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