Secondo quanto riportato dal sito RomaToday, il rinnovamento del parco rotabili della metropolitana di Roma, dovrà almeno per il momento attendere, sempre che i fondi rimangano disponibili.
È infatti andata deserta la gara per la fornitura di 20 nuovi treni sulle linee A e B. A certificarlo una determinazione dirigenziale del dipartimento Mobilità datata 14 settembre. L'unica società che aveva risposto all'avviso pubblico, la CAF - Construcciones y Auxiliar de Ferrocarriles S.A. - ha rinunciato alla commessa.
La gara prevedeva la progettazione, costruzione, fornitura e manutenzione di 15 treni da adibire al servizio di trasporto pubblico sulla linea B e B1 della metropolitana, comprensiva di 5 anni di manutenzione full service.
E poi ancora la progettazione, costruzione, fornitura e manutenzione di altri 5 treni per la linea A, anche in questo caso comprensiva di 5 anni di manutenzione full service. Previsti infine la fornitura dei materiali di prima scorta, e per atti vandalici ed incidenti, comprensiva delle attività opzionali di riparazione da compensarsi a misura. Per un totale di 169 milioni di euro provenienti dai 425 milioni stanziati nel 2017 dall'allora governo Gentiloni.
Pubblicato il 30 ottobre 2019, il bando è andato avanti con l'iter ordinario fino a luglio, quando l'azienda non ha confermato l'offerta presentata in sede di gara. C’è ora il rischio che i fondi messi a disposizioni a livello centrale vengano ritirati e che la Capitale perda un’occasione importante per rinnovare le sue metro.
Come fa notare anche il blog romano Odissea Quotidiana, noto per il suo costante e attento monitoraggio di servizi e disservizi legati al trasporto pubblico locale, era stata la stessa Agenzia per la Mobilità a mettere in guardia da tempi troppo lenti e ritardi burocratici.
“Se entro il 31 dicembre 2020 non saranno presentati gli obblighi giuridicamente vincolanti, cioè i contratti - spiegò lo stesso direttore amministrativo dell'azienda - i finanziamenti ministeriali di 425 milioni per le metro A e B saranno persi, e i soldi che non spende Roma li potrebbe spendere una grande città del Nord”.
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