Secondo indiscrezioni raccolte da il Giornale, la perdita di Italo per colpa del Coronavirus, che nel primo semestre 2020 era di 200 milioni, rischia di toccare il mezzo miliardo per fine anno.

Stando a quanto asserisce il quotidiano, si tratterebbe di una "Deadline alla quale la compagnia presieduta da Luca Cordero di Montezemolo e guidata da Gianbattista La Rocca rischia di non arrivare. Se, infatti, il governo non correrà ai ripari mitigando la legge sul distanziamento (come avvenuto già nel trasporto aereo e nel trasporto pubblico locale), a novembre sarà stop totale. E sul mercato italiano si tornerà indietro di 8 anni, quando l'Av era appannaggio esclusivo di Trenitalia (FS)."

Una situazione che è poco auspicabile, per chi lavora nella compagnia ma anche per i viaggiatori che si ritroverebbero da un momento all'altro senza quella concorrenza che non solo ha abbassato le tariffe, ma è anche stata stimolo per entrambe le aziende per migliorasi.

Per ora, per fortuna, Italo tiene duro anche se ha riprogrammato i primi stop. Non più a metà settembre, ma il primo ottobre e in maniera più consistente: a fermarsi saranno 27 servizi su 87 (erano 111 nel periodo pre Covid).

Un «alleggerimento», quello studiato dai manager del gruppo ferroviario per limitare i danni, che non risparmierà i servizi no stop Roma-Milano, la linea Milano-Venezia, Venezia-Roma-Napoli e Torino-Reggio Calabria.

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