Solo il 30% dei posti occupati sui treni AV con un crollo dei viaggiatori preoccupante.

Questa la stima secondo un articolo comparso oggi su la Repubblica.

"Il tasso di riempimento dei vagoni da 300 chilometri l’ora rimane paurosamente basso", scrive il quotidiano, "in media circa al 30% della capienza, secondo fonti qualificate del settore. E i due grandi vettori nazionali Fs-Trenitalia e NTV-Italo si preparano a chiudere un’annata in rosso.

Per attenuare le perdite, chi può (ovvero NTV, che è privata) riduce le tratte e chiede al governo di ripristinare soglie di riempimento più in linea con gli altri mezzi di trasporto. Trenitalia, dal canto suo, ha attuato un piano per contenere costi del lavoro e del servizio e almeno dimezzare la perdita di ricavi".

Ora la palla è nelle mani del Governo che ha fatto capire che non appena ci sarà un assestamento del trasporto pubblico locale riaffronterà la questione del trasporto a lunga percorrenza.

"Del resto i gestori dell’alta velocità si sentono discriminati rispetto al trasporto locale su rotaia e agli autobus, che girano con capienza all’80% del totale. E ancor più rispetto a quelle ferrovie regionali, che, come in Lombardia, Piemonte e Veneto, si erano stipate per intero, e agli aerei, che pur avendo una circolazione dell’aria più sicura viaggiano al 100% del potenziale, con i passeggeri seduti a pochi centimetri".

Già, perché almeno fino ad oggi, i treni AV possono essere occupati al massimo fino al 50%.

Secondo la Repubblica per attenuare il problema "NTV attualmente sta utilizzando 87 servizi ferroviari, contro i 112 del suo massimo potenziale" e oltretutto "parecchi suoi treni viaggiano meno, oppure guadagnano meno, perché alle tratte frequenti Roma-Milano stanno subentrando tratte più lunghe e costose dirette per esempio in Marche, Puglia, Calabria".

Se Atene piange, Sparta non ride e non andrebbe meglio a Trenitalia che avrebbe cercato di limitare i danni effettuando "più fermate tra Milano e Roma per trovare nuova domanda, e nuove e più estese tratte verso il Mezzogiorno".

La situazione sarebbe dunque ancora piuttosto critica e il 2020 non potrà che chiudersi con i conti in rosso per entrambe le compagnie. Resta da capire quando la situazione sarà più tranquilla e si potrà ragionare su numeri più vicini a quelli pre-pandemia.

L'articolo completo è disponibile cliccando qui.

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