La protagonista di questo editoriale è una pennetta USB a forma di Frecciarossa.
Sia chiaro, potevamo utilizzare un oggetto qualsiasi, una mela, ad esempio, ma questa pennetta che si chiama Gianna ci sembrava più opportuna avendo una ambientazione ferroviaria.
La abbiamo infatti interpellata (noi di Ferrovie.Info parliamo spesso con gli oggetti inanimati) e ci ha detto cose che evidentemente sa anche lei ma non i nostri politici locali e probabilmente nemmeno quelli nazionali.
Già, perché nei giorni scorsi il web è stato tutto un gran parlare di treni graffittati, dalla Liguria alla Lombardia. Treni nuovi, appena entrati in servizio, che sono stati imbrattati (ma devastati ci piace di più perché rende meglio l'idea) dai soliti vandali che evidentemente sono più noti a Gianna che non a chi ci amministra.
Del resto, da noi banalmente interpellata, persino lei spalancando le braccia che non ha ci ha confermato che se si lascia un Donizetti nuovo di pacca fermo la notte a Luino la mattina lo si ritroverà in cromia variopinta, così come ci ha edotto del fatto che lo stesso accade lasciando, ad esempio, un TAF nello scalo di Monterotondo, alle porte di Roma.
Ma la pennetta è andata oltre, perché ci ha anche detto che andando a guardare bene in queste location (nella seconda di sicuro, ma probabilmente anche nella prima) è molto facile trovare i casottini dove vengono lasciate di giorno le attrezzature per agire nottetempo e questo, ci ha confermato, glielo hanno ribadito anche tutti i sassi della massicciata, da lei interpellati uno per uno.
Piuttosto Gianna si chiede come mai si continui a perpetrare questo comportamento ben conoscendone i rischi e perché, piuttosto, non si faccia qualche bel "barbatrucco" ai graffittari, mettendo ad esempio un'esca la sera facile facile ma facendogli trovare in loco una pattuglia di forze dell'ordine pronta a gridare "Carramba che sorpresa" e magari a metterli dentro tutti buttando via la chiave.
L'impressione che ha è quella che ci troviamo di fronte al più classico dei "potrei ma non voglio" in cui tutti o quasi ad ogni livello se ne lavano le mani trascurando un problema che costa soldi alla comunità e che ci rende ridicoli agli occhi dell'Europa intera visto che le calate di barbari vengono da ogni paese oltre le Alpi certe di farla franca.
Del resto, finché c'erano i treni vecchi non fregava una beneamata a nessuno e men che meno il problema è stato sollevato con le povere macchine per treni merci che seppur nuovissime (494 di Mercitalia Rail in testa) sono già strafatte tetto/carrelli.
Forse ora, con mezzi nuovi, pagati profumatamente e che sono l'immagine delle regioni, qualcuno si desterà dal torpore e riuscirà a scoprire cose che sa anche una pennetta USB?
Gianna oggi non è in forma, non ha saputo darci una risposta certa. Ma era più un no che un sì. Con buona pace del contribuente e di chi i treni li deve prendere ogni giorno.


