Il ricorso di Italo contro il piano tariffario 2016-2021, per le compagnie di servizi ferroviari per l’uso della rete di RFI che era stato già respinto dal Tar, nei giorni scorsi è stato nuovamente cassato dal Consiglio di Stato.
Lo rende noto Fortune Italia.
Si tratta del listino prezzi che i treni di Ferrovie dello Stato e di Italo e le compagnie viaggiatori estere che operano in Italia devono pagare alla società che gestisce e fa funzionare i binari e che Italo ha contestato in moltissime parti.
Lo si legge nella lunga sentenza, che la società non ha voluto commentare, pubblicata il primo luglio, in cui i magistrati di secondo grado oltre a ripassare le valutazioni dei giudici di primo grado, confermandole in ogni parte, hanno respinto anche i nuovi motivi di appello.
Gli amministratori di Italo hanno contestato quasi tutto: procedure, metodi di calcolo, la mancata distinzione fra rete tradizionale e alta velocità, le tempistiche dell’applicazione degli incrementi tariffari necessari a garantire il pareggio di bilancio a rete ferroviaria italiana.
Le lamentele degli amministratori della compagnia AV hanno riguardato, poi, molti dei parametri usati per definire il listino.
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