Come tante altre realtà del nostro Paese, anche Trentino Trasporti è stata messa a dura prova dalla pandemia.
Dall'analisi resa nota ieri, si evince che la società ha registrato circa 6 milioni di euro di mancati incassi. Il dato è emerso durante l'assemblea in cui è stato anche approvato il bilancio 2019 che chiude con un leggero utile, pari a circa 6.000 euro.
Sul 2020 pesa invece l'incognita del coronavirus e dei suoi effetti sul numero di passeggeri trasportati, anche se il costo gestionale dell'azienda, che occupa 1.300 dipendenti e registra un costo del personale di 60 milioni, viene coperto in maniera preponderante dalla fiscalità.
Lo scorso anno si è registrata una crescita sia dei chilometri di trasporto pubblico offerti, sia del numero totale di passeggeri, passati da 49 milioni nel 2014 a 56 milioni. Le percorrenze totali ammontano attualmente a 15 milioni di chilometri, fra gomma e ferrovia. La puntualità registrata sui servizi ferroviari è di circa il 95%.
Ancora delle criticità si registrano invece sui servizi di trasporto urbano su gomma, in particolare a Trento, a causa della presenza del traffico privato. «Rispondere in maniera adeguata alle esigenze di mobilità poste dai pendolari che gravitano soprattutto su Trento e Rovereto rimane un impegno determinante», ha detto il dirigente dell'Unità di missione strategica mobilità della Provincia autonoma di Trento Roberto Andreatta.


