Il Frecciarossa, che lo scorso anno ha festeggiato i 10 anni di brand, è stato senza dubbio una delle operazioni commerciali più riuscite di Trenitalia.
Sia chiaro, il servizio funziona e anche bene, i treni sono comodi e veloci, ma va detto che l'immagine che è stata creata attorno al segmento va probabilmente oltre quello che è il suo reale contesto.
Quanto asseriamo era chiaro già negli scorsi anni quando qualcosa di analogo era accaduta lungo la linea Adriatica, ma è divenuto ancora più lampante in questi giorni con il "cinema" che sta accadendo in Tirrenica.
Tutti vogliono il Frecciarossa o si lamentano perché la loro fermata non è stata presa in considerazione, con una sequela di richieste che alle volte, siamo sinceri, sfocia nel ridicolo. Paesi con qualche migliaio di abitanti chiedono lo stop, con richieste che giungono anche da città che sono su linee non particolarmente comode da un punto di vista logistico e che per vedere questo convoglio arrivare costringerebbero a manovre degne di un locale degli anni passati.
La cosa curiosa, in tutto questo, è che molti di coloro che fanno queste richieste non si rendono conto che su una linea come quella Tirrenica il Frecciarossa effettuato sia pure con un moderno ETR 400 è un treno come tutti gli altri, con prestazioni persino peggiori di quelle che potrebbe avere un Pendolino con assetto variabile inserito.
Gran merito di questo va dato a Trenitalia, che ha creato, come è giusto che sia, un brand che si vende da solo e che ha nei suoi punti di forza non solo la velocità e la comodità ma anche il prestigio.
Avere la fermata del Frecciarossa, soprattutto se effettuato col nuovo ETR 400, è diventato un vanto per qualsiasi cittadina. Essere inclusi nell'elenco delle stazioni servite dal segmento più alto di Trenitalia è come far parte del ristretto cerchio di città che possono vantare di aver ospitato le Olimpiadi.
Il rischio, tuttavia, è che così facendo il brand stesso si svaluti. Continuare ad inserire stazioni con bassa affluenza potrebbe alla fine portare ad un disaffezionamento verso un servizio che a quel punto sarebbe più caro di altri pur essendo rispetto a questi meno performante.
Segnale verde, dunque, per una estensione del servizio, così come per collegamenti stagionali volti a incrementare il turismo, ma meglio evitare di assecondare ogni richiesta degli amministratori locali per evitare che quello che è un gioiello della tecnologia italiana sia ridotto alla stregua di un accelerato.


