I rider delle consegne a domicilio di Milano e provincia, sono sul piede di guerra con Trenord e Regione Lombardia dopo la scelta di vietare il trasporto delle biciclette non pieghevoli sui treni lombardi.
“Con questo provvedimento si vanno a colpire alcune delle categorie di lavoratori dei servizi essenziali (o presunti tali come il delivery) che mai si sono fermati in questi mesi di pandemia”. “Lasciarle nelle stazioni significa farsela rubare e noi senza bicicletta non lavoriamo”, dicono alcuni di loro.
La decisione, in vigore da qualche giorno per evitare assembramenti sui convogli, era già stata duramente contestata da quanti hanno riscoperto l’uso della bicicletta per recarsi a lavoro cercando di evitare per quanto possibile i mezzi pubblici, ma per alcune categorie come quella dei rider diventa un problema serio.
“È assurda questa decisione. A parte che arriva in controtendenza rispetto all'immagine della città green ecosostenibile, si va a colpire il trasporto pubblico locale in un momento in cui andrebbe potenziato essendoci dei protocolli su salute e sicurezza da rispettare con relative distanze sociali da tenere”, spiegano le rappresentanti in una nota diffusa nelle ultime ore.
“Basterebbe sentire le parti sociali in causa e affrontare il problema con intelligenza al posto di ricorrere a divieti calati dall'alto, cercando soluzioni semplificate a fenomeni sociali complessi che richiedono proposte accurate, per non generare malcontento e inutili polveroni”. Anche durante le settimane più drammatiche della pandemia i rider hanno sempre lavorato, garantendo servizi essenziali.
“Chiediamo al Prefetto di Milano, a Regione Lombardia e al Comune di Milano di convocare immediatamente e con urgenza un tavolo con Trenord per giungere al più presto a una risoluzione del problema”, spiegano da Deliverance Milano.
“Pretendiamo risposte, sia dalle istituzioni che da Trenord che stanno creando un danno e un disservizio a tutta la comunità e all'utenza del trasporto pubblico locale”.


