Se c'è una cosa che non manca agli italiani è la capacità di criticare qualsiasi iniziativa venga realizzata, anche quando la stessa, a grandi linee, è assolutamente positiva.
In questi giorni le nostre due compagnie ferroviarie AV hanno reso noti i nuovi collegamenti con la Calabria. Detto, fatto, soprattutto sui social e sul fronte politico sono venute giù critiche come piovesse, spesso in contraddizione le une con le altre.
Partiamo da Italo. La compagnia privata è stata biasimata per non aver programmato soste a Vibo Valentia e a Gioia Tauro. In particolar modo i cittadini di quest'ultima località si lamentano della preferenza accordata a Rosarno che è 10 km più a nord, ponendosi come hub passeggeri in ragione di quello che invece a loro dire dovrebbe essere un hub merci.
Inutile dire che i cittadini di Rosarno la vedono diversamente puntando sul fatto di essere lo snodo tra la linea costiera e quella interna.
D'altra parte, tuttavia, nella stessa regione Calabria c'è chi a Reggio si lamenta per i tempi di percorrenza troppo lunghi del convoglio proveniente da Torino, quindi non solo plaude alla mancata fermata a Vibo Valentia e Gioia Tauro ma critica le soste in Cilento, bollate come una perdita di tempo.
Il tutto ovviamente non viene gradito dai cilentani che lamentano, non a torto, di poter contare su molte meno infrastrutture e servizi, in un momento in cui per fare turismo sarebbero essenziali.
In questo discorso che è già molto complesso si inserisce anche la società civile siciliana che si chiede come mai una volta arrivati a Reggio Calabria, i treni bordeaux non vengano inviati in Sicilia su Palermo, come se oltre alle problematiche organizzative, scomporre e ricomporre un ETR 675 fosse una questione di pochi minuti.
Relativamente alla Calabria, del resto non va meglio a Trenitalia.
In questo caso le critiche si ribaltano rispetto a Italo e in Campania chiedono spiegazioni sulla mancanza delle soste in Cilento, anche se a placare gli animi c'è la conferma del Frecciarossa Milano - Sapri anche per questa estate 2020.
La polemica su Gioia Tauro coinvolge però anche la compagnia di bandiera, "rea" come la concorrenza di aver preferito Rosarno. Alla stessa si "rinfaccia" anche l'utilizzo per il Frecciarossa da Torino dell'ETR 500 che "su linee tradizionali è meno performante". Del resto ormai "Frecciarossa sono gli ETR 400" quindi un treno che fino a qualche tempo fa era la nostra punta di diamante ora viene visto quasi con diffidenza.
Se questi sono gli oggetti del contendere sulla dorsale tirrenica, non mancano le critiche anche in seguito all'annuncio del ritorno di Italo sull'Adriatica. Ecco che improvvisamente "Ancona è troppo a nord" (!) e che "per essere un servizio accettabile dovevano almeno arrivare a Pescara", anche se non si capisce bene perché.
Non manca nell'elenco il gruppo di chi avrebbe voluto un collegamento su Lecce, come se 600 km in più o 600 km in meno non facessero differenza. Il tutto senza prendere in considerazione turni del personale, turni del materiale e chi più ne ha più ne metta.
Insomma, come sempre una ridda di opinioni diverse, spesso contrapposte e alle volte anche difficili da comprendere. Un tutti contro tutti che rende davvero difficile programmare con serenità un servizio ferroviario.


