Riceviamo e pubblichiamo la nota congiunta dei rappresentanti di Legambiente Lazio, ORT – Osservatorio Regionale sui Trasporti, TrasportiAmo e UTP‐Assoutenti, sulla Ferrovia RomaGiardinetti.

“Il trenino della Casilina”, Roma Capitale a inizio aprile ha presentato un nuovo progetto di riqualificazione e di prolungamento, fino a Termini ed a Tor Vergata, che implica il passaggio su tutta la linea dello scartamento da ridotto a ordinario, cioè l’allargamento delle coppie di binari da 1 a 1,5 metri, con spese più elevate, maggiori complicazioni tecniche e di inserimento ambientale, tempi più lunghi e rischio di chiusura o disservizi della tratta ancora funzionante.

Secondo il Comune, sarebbe stato il Ministero a obbligare al passaggio a binari larghi, pena il non finanziamento dell’opera.

Invece Legambiente, ORT Osservatorio Regionale Trasporti, TrasportiAmo ed UTPAssoutenti, con accesso agli atti predisposto dal Centro d’Azione Giuridica di Legambiente Lazio, hanno chiesto e verificato le carte prodotte dal MIT sul tema, dalle quali non risulta ci sia alcun obbligo di allargamento dei binari, smentendo quanto sostenuto dal Campidoglio anche in Commissione Mobilità a gennaio”.

“La ferrovia ‐ osservano ‐ ha già oggi più di tre chilometri di tracciato perfettamente idoneo sui quale però da anni non passano treni: 5 anni fa, ad agosto 2015, la ferrovia che dalla Stazione delle Laziali raggiungeva il capolinea di Giardinetti dopo oltre 9 km di percorso, si è fermata a Centocelle dopo appena 6 km, perdendo il 33% del residuo tracciato, già amputato negli anni.

Al di là delle modalità di esecuzione del progetto di prolungamento, apprezzabile e sul quale ci riserviamo di presentare al MIT le controdeduzioni, è necessario oggi, per prima cosa, far tornare immediatamente i treni su questo tratto, anche e soprattutto in questo momento in cui le necessità di distanziamento sarebbero molto meglio assolte rispetto alle linee di autobus che oggi vi si effettuano, ed i cui mezzi potrebbero essere utilizzati per integrare altre linee.

È necessario quindi che la Regione Lazio e Comune, senza attendere i tempi tecnici e burocratici per la incerta ricostruzione della linea e per il trasferimento della proprietà dalla prima al secondo, individuino le modalità per riavviare immediatamente il servizio sul tracciato attualmente non in esercizio”.

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