Ritorna un nuovo appuntamento con “Top & Flop”! la rubrica di Ferrovie.Info in cui annoveriamo personaggi, aziende, enti o categorie che si sono, a nostro avviso, distinti in positivo e in negativo questa settimana.
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Partiamo!
TOP - Ricostruzione del Ponte di Genova
Siamo un portale che tratta non solo di ferrovie, ma anche di trasporti a tutto tondo. Quanto compiuto a Genova è davvero notevole: dopo il drammatico crollo del Ponte Morandi, una tragedia che mai verrà cancellata dalla memoria non solo di Genova ma di tutta Italia, le alte sfere del nostro paese sono riuscite in meno di due anni a produrre un ponte nuovo di zecca, funzionale e (si spera) sicuro per il prossimo secolo.
Pochi mesi per progettare e costruire un'opera imponente, che attraversa una delle zone morfologicamente più complicate del Paese. Qualche considerazione: a) Non c'è nulla da festeggiare. Quel ponte rappresenta ora e per sempre una tragedia che ha ucciso 43 persone e lasciato senza casa decine di famiglie che abitavano in prossimità del vecchio ponte. b) Perché anche in situazioni non emergenziali le grandi opere necessarie non possono venire costruite così rapidamente?
Chiaro, la risposta la sappiamo anche noi: gare d'appalto, assegnazioni, verifiche sugli appalti stessi, tempi della burocrazia. Ecco: ma è proprio necessaria tutta questa burocrazia per far funzionare il sistema-Stato? Un ponte tirato su sulle cenere di un disastro in pochi mesi, non riesce a farci capire che fare meglio e più veloce nelle cose è possibile?
Secondo noi sì. Chiaramente, tutte le grandi opere non possono venire assegnate così, senza gara: sarebbe un disastro. Tuttavia, uno snellimento nelle procedure è quanto meno necessario. In condizioni normali, quel ponte sarebbe ancora sui disegni. E invece oggi sta lì, anzi lassù, praticamente completo. Che ci serva di lezione per il futuro.
FLOP - Distanziamento sociale sui mezzi di trasporto pubblici
A poche ore dall'inizio della "vera" Fase 2, gli interrogativi sono ancora tanti: ma come si fa a stare distanziati su tram, metropolitane, treni, bus? Impossibile? Il rischio c'è e non siamo gli unici a pensarlo. I presidenti di Agens, Agenzia Confederale dei Trasporti e Servizi, e Asstra, associazione trasporti, hanno scritto al ministro dei Trasporti Paola De Micheli.
Il motivo è semplice, affermare che i mezzi di trasporto pubblico non sono in grado di soddisfare i requisiti di distanziamento sociale richiesti dal Governo.
"Il distanziamento ipotizzato di un metro per la Fase 2 limita la capacità del sistema dei trasporti di persone al 25-30% del numero di passeggeri trasportati in condizioni di normalità", dicono i presidenti Arrigo Giana (Atm Milano) e Andrea Gibelli (Ferrovie Nord Milano).
Secondo Giana e Gibelli il limite deciso dal governo "riguarderebbe sia la capienza dei veicoli, sia quella dei luoghi di attesa dei mezzi, siano essi stazioni o fermate di superficie" e di conseguenza "l'offerta di trasporto sarebbe assolutamente insufficiente, anche a fronte di una domanda che, prevedibilmente, sarà inferiore rispetto alla situazione pre-emergenza COVID-19".
Quindi, che fare? I treni aumenteranno le loro composizioni (in termine di carrozze extra) per "diluire" il più possibile i viaggiatori lungo tutta la lunghezza del convoglio?
Forse per qualche IC si può fare, ma per le composizioni bloccate che sono la stragrande maggioranza dei treni? Non si può. Per bus e metro verrà aumentata la frequenza delle corse? Anche questo è una possibilità: a Firenze, ad esempio, le corse della tramvia verranno aumentate di frequenza. Ma quante saranno le aziende di trasporto che potranno permettersi corse più frequenti a fronte di ricavi più bassi?
Non nascondiamo la nostra preoccupazione: il rischio di cui abbiamo paura è che tra 2-3 settimane potremo vedere un aumento della criticità dovuta appunto a questo primo ritorno alla normalità.
Speriamo di sbagliarci e speriamo che tutti noi che domani torneremo a viaggiare, terremo bene in mente tutti i rischi che -ahinoi- possiamo ancora correre.


