Ritorna un nuovo appuntamento con “Top & Flop”! la rubrica di Ferrovie.Info in cui annoveriamo personaggi, aziende, enti o categorie che si sono, a nostro avviso, distinti in positivo e in negativo questa settimana.
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Partiamo!
Purtroppo, come in tutti gli aspetti delle nostre vite, anche dentro questa rubrica dobbiamo fare i conti con la pandemia in corso. Trovare qualcosa di "top" in questi giorni è davvero impresa improba, ma ci proviamo lo stesso. Salvare il salvabile e tenere duro, in questa fase incredibilmente complicata.
Top - Controlli a bordo sui treni
Non intendiamo i controlli dei biglietti, ma i controlli sanitari. In tempi di pandemia, ci pare il minimo. Anzi, forse si è anche agito tardi, ma come si suol dire... meglio tardi che mai.
Nei giorni scorsi, nella stazione di Napoli Centrale, ci sono stati controlli alle persone provenienti coi teni dal nord. In questa situazione sono state intercettate, tra i passeggeri arrivati, ben 5 persone con la febbre. Tutti e cinque mostravano sintomi riconducibili al Coronavirus.
A controllare i passeggeri in arrivo sono stati i termoscanner messi a disposizione della task force composta da Polfer, RFI, Federazione dei medici di medicina generale, e Protezione Civile regionale.
A tutti i viaggiatori in arrivo nel capoluogo campano, in accordo con Ferrovie dello Stato, in queste ore si sta facendo la misurazione della temperatura corporea", ha rassicurato Pina Tommasielli, responsabile territori dell'unità di crisi per il Coronavirus.
L'obiettivo è intercettare tutti colori che hanno febbre superiore a 37.5, uno dei segni del temibile Coronvirus.
Si doveva farlo prima? Sicuramente sì, già un paio di settimane fa sarebbe probabilmente stato il caso, a maggior ragione dopo il primo assalto ai terni di qualche sabato fa.
Certo è che ci sono alcuni stati in Europa che, nonostante contagi in aumento, ancora non hanno preso questo provvedimento. Quindi alla fine, bene che almeno noi stiamo iniziando con i controlli.
Flop - Lettonia
A causa del netto calo del trasporto merci, le ferrovie lettoni Latvijas dzelzceļš (LDz) hanno deciso di non proseguire il progetto di elettrificazione delle linee del paese che aveva un valore di 441 milioni di Euro.
Non è un semplice annullamento di un'opera pubblica. Per la Lettonia, già colpita gravemente dallo stop dei servizi merci provenienti dalla Russia, il blocco dell'elettrificazione della rete significa tanti posti di lavoro in meno ed una prospettiva economica molto più nera prima dell'arrivo del Coronavirus.
Maris Kleinbergs, presidente del consiglio di amministrazione di LDz, ha spiegato che la pianificazione e la preparazione del progetto è stata effettuata in un momento in cui 45-55 milioni di tonnellate di merci venivano trasportate all'anno per ferrovia. Oggi, la situazione è cambiata radicalmente e con essa sono in arrivo modifiche nel trasporto globale e nelle tendenze geopolitiche che richiedono una revisione del progetto stesso.
L'elettrificazione della rete, dunque, non ci sarà. Chissà se quello lettone sarà l'unico stop definitivo ad un'opera pubblica o - come temiamo - solo il primo di una lunga serie.
Quel che è certo è che gli annunci in pompa magna hanno lasciato spazio al realismo. Peccato, ma è flop.