Chi ha qualche capello bianco ricorderà situazioni simili anche se, va detto, mai così tanto pressanti.
La memoria va subito all'11 settembre 2001, con l'attacco alle Torri Gemelle che per un buon pomeriggio lasciò anche nel nostro Paese quella sgradevole sensazione che tutto potesse accadere a chiunque in qualsiasi momento.
Una paura ribadita, se possibile anche con maggiore enfasi, tre anni dopo, l'11 marzo 2004 quando gli attentati riguardarono proprio i treni. In quel caso furono presi di mira i convogli spagnoli nelle stazioni di Madrid Atocha, El Pozo, Santa Eugenia e via discorrendo, quando qualcuno seminò il panico su un mezzo di trasporto usato letteralmente da chiunque mostrandone tutta la vulnerabilità.
Questa volta siamo di fronte a qualcosa di simile ma anche di profondamente diverso. Il nemico è se possibile ancora più invisibile e ancora più subdolo ma colpisce ugualmente indiscriminatamente, senza guardare in faccia nessuno.
La sola nostra fortuna è che la "ricetta" per sconfiggerlo è facile, stare a casa. Questo articolo è così rivolto a tutti coloro che da ieri sera ci stanno contattando tramite social per sapere se questo o quel treno oggi partirà, su che convoglio sono stati dirottati col loro treno soppresso, o cosa devono fare per autocertificarsi per poter lasciare la zona dove sono attualmente.
Coloro che devono muoversi per importanti ragioni consentite dal Decreto governativo è giusto che lo facciano. A tutti gli altri, nel nostro piccolo, ci accodiamo nel dire di restare a casa perché in questo momento più che di incoscienti abbiamo bisogno di persone con la mente lucida e la capacità di capire che solo rispettando le regole possiamo evitare di farci seriamente male.
Scene come quella dell'Intercity Notte 797 dello scorso fine settimana sono francamente irricevibili.
Tutti amiamo viaggiare, spostarci, vedere il mondo e ci sarà tempo e modo per tornare a farlo. Ma questo è il momento per trovare altri sfoghi, ognuno nelle sue mura domestiche. Il sacrificio richiesto non è di quelli insormontabili e se lo affrontiamo insieme possiamo superarlo.
Prendendo in prestito le parole di Al Pacino in Ogni Maledetta Domenica "O noi risorgiamo adesso come collettivo, o saremo annientati individualmente". Allora, che cosa vogliamo fare?