Potrebbe esserci una clamorosa novità sul passaggio di Ferrovie del Sud Est al Gruppo FS.
Lo rende noto La Gazzetta del Mezzogiorno in un suo articolo di oggi.
Secondo il giornale on line i 70 milioni di euro concessi a FS per il riequilibrio patrimoniale delle Ferrovie Sud-Est costituiscono un aiuto di Stato se il valore dell’azienda, sommato al contributo pubblico, supera la cifra che la stessa FS deve investire per il risanamento dell’azienda pugliese.
Sulla base di questo principio il Consiglio di Stato ha riaperto la partita che oppone il ministero delle Infrastrutture a un gruppo di imprese private che hanno impugnato il decreto di trasferimento delle Sud Est.
La partita passa ora nelle mani di un perito che dovrà stabilire, entro 90 giorni, se il valore di Sud Est alla data di agosto 2017, anche eventualmente sommato ai 70 milioni, «superi l’importo dell’investimento che Ferrovie dello Stato Italiano deve effettuare al fine di onorare il proprio obbligo di rimuovere lo squilibrio patrimoniale».
La decisione sta ovviamente creando apprensione, perché l’annullamento del decreto di trasferimento porterebbe con sé conseguenze difficilmente valutabili. FSE è sottoposta a piano di concordato preventivo e in questi ultimi 24 mesi è stata sostanzialmente assimilata nel Gruppo FS.
Come abbiamo avuto modo di vedere anche i recenti ETR 322 appena consegnati, hanno la livrea di Trenitalia e non di FSE. Se verrà stabilita una violazione degli obblighi del Trattato, i giudici di Lussemburgo hanno già scritto che l’Italia dovrà disporre, «se necessario, la revoca di tale trasferimento mediante la riassegnazione della partecipazione nel capitale di FSE al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti nonché la neutralizzazione di tutti gli effetti di tale trasferimento».
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