Non si fa attendere la risposta di Italo all'Huffington Post.
È lo stesso giornale on line a pubblicare la replica di Italo.
"Scriviamo con riferimento all’articolo a firma di Luciana Matarese, dal titolo “Italo non scarichi sul Cts la sua crisi pre Covid”, apparso in data odierna (ieri, ndr) sulla testata L’HuffPost.
Si rappresenta, innanzitutto, quanto sia imbarazzante vedere già pubblicato, seppur parzialmente, il verbale dell’audizione tenutasi da Italo e il suo Amministratore Delegato presso il Comitato Tecnico Scientifico in data 15 settembre u.s..
Infatti, sino ad oggi, i verbali delle audizioni sono sempre stati desecretati decorsi 45 giorni dalla data dell’audizione stessa. Prova ne è il fatto che i verbali disponibili sono solo quelli relativi a sedute che sono state tenute fino al 30 luglio u.s.. Costituisce pertanto una grave anomalia, che desta sconcerto e preoccupazione quanto al rispetto delle regole e procedure da parte di organi istituzionali, il fatto che a meno di 48 ore dall’audizione i verbali siano già nelle mani di organi di stampa.
È chiaro che tale condotta, che l’Azienda si riserva di denunciare alle Autorità competenti, continua ad incrementare i danni ingenti e significativi che la Società ha già subito e sta continuando a subire, sia a fronte dell’emergenza sanitaria sia a fronte della significativa disparità di trattamento in tema di distanziamento sociale rispetto agli altri mezzi di trasporto.
Venendo al merito del Verbale pubblicato, occorre precisare che Italo non versava in alcuna crisi economica e occupazionale prima della pandemia.
Riprova di ciò sono i bilanci, consultabili presso la Camera di Commercio di Roma, degli ultimi 3 anni, da cui si evince un costante incremento dei ricavi, del margine operativo lordo e degli utili. Al fine di fornire un immediato quadro d’insieme, si rappresenta che i ricavi di Italo a dicembre 2019 ammontavano a oltre 700 milioni di Euro con un margine operativo lordo di circa 300 milioni di Euro, nonché un totale di assunzioni negli ultimi 2 anni di circa 450 persone con età media di circa 25 anni.
Risulta evidente, pertanto, che Italo pre Covid era un’azienda florida ed in rapida espansione e che quanto riportato nel verbale e attribuito a presunte dichiarazioni dell’Amministratore Delegato non corrisponde né alla realtà, né, tanto meno, a quanto da lui rappresentato nel corso dell’audizione.
Quest’ultimo infatti ha parlato di una crisi dell’Azienda risalente al 2014 (certamente periodo pre Covid!!) per rappresentare che, all’epoca, il tasso di riempimento dei treni era paragonabile a quello attuale. Ciò a dimostrazione del fatto che, con gli attuali tassi di riempimento protratti ancora per qualche settimana, l’Azienda entrerà in una crisi irreversibile.
Le ragioni di natura tecnica che il Comitato Tecnico Scientifico adduce per negare al settore AV quanto è già stato riconosciuto ad atri settori, quali il Trasporto Pubblico Locale, risultano tra loro poco chiare e contraddittorie.
Infatti, il settore AV ad oggi implementa misure di contenimento dell’epidemia certamente più consistenti (ben 14) ed efficaci rispetto a quelle che sono state ritenute sufficienti per il trasporto ferroviario regionale. A titolo meramente esemplificativo, è bene ricordare che il trasporto regionale non prevede la misurazione della temperatura corporea prima della salita a bordo, non consente il contact tracing, non prevede sanificazione e pulizia durante il viaggio e prevede anche la possibilità di posti in piedi. In particolare, nel corso dell’audizione, è stato evidenziato come, nell’ambito della valutazione del rischio per l’AV rispetto al TPL, è necessario tenere in considerazione, a scapito di quest’ultimo, che:
una carrozza di un treno regionale trasporta 170 passeggeri, contro i soli 88 di una carrozza di un treno Italo;
i treni regionali, che rappresentano circa il 90% del traffico ferroviario passeggeri, hanno tempi di percorrenza fino a 4/5 ore.
Si condivide infine la necessità espressa dal CTS relativa all’adozione di una politica europea comune di utilizzo dei mezzi AV, soprattutto in una fase emergenziale come quella attuale. In tal senso, però, corre l’obbligo di evidenziare che in tutti i principali paesi UE, come rappresentato durante l’audizione (ma tuttavia omesso nelle parti di verbale ad oggi disponibili), il distanziamento interpersonale di un metro sui treni AV è stato abrogato.
Da ultimo, con riferimento al tasso di riempimento dei treni Italo in vigenza del distanziamento, si segnala che la capacità massima non supera il 55%. L’introduzione della deroga per i congiunti, da stime basate sul primo mese di applicazione della stessa (Italo ha iniziato ad applicare tale deroga a partire dal giorno 19 agosto u.s.), garantisce un incremento potenziale non superiore al 5%.
In ogni caso, non possiamo esimerci dal sottolineare come vi sia stata un’anomala evoluzione normativa in materia di deroga al distanziamento a bordo dei treni AV, atteso che in data 14 luglio u.s. è stato emanato un DPCM in cui detta deroga era stata approvata a fronte di specifiche misure di contenimento, tutte implementate dalle imprese AV. Del tutto sorprendentemente e in assenza di alcun elemento oggettivo di discontinuità, dette misure sono state abrogate, con effetto immediato, da un’Ordinanza del Ministro della Salute in data 1 agosto u.s.. È evidente che il drastico cambio delle regole di riferimento, oltre a non essere supportato da alcuna motivazione tecnica, ha chiaramente ingenerato gravi ed irreparabili danni ad un’impresa privata, quale è Italo".
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