Anno bisesto, anno funesto, recita un popolare detto.
Che sia così o meno non lo sappiamo, quel che è certo è che il 2020 non si è senz'altro aperto nel migliore dei modi sui binari italiani.
Sono trascorsi poco più di 60 giorni dal capodanno e i nostri treni hanno già visto un gravissimo incidente ferroviario a un convoglio che mai avremmo pensato di vedere coinvolto, una linea AV chiusa per un mese per il conseguente ripristino, stazioni "saltate" per l'allarme Coronavirus, treni regionali e Alta Velocità svuotati per il medesimo motivo con inevitabili riduzioni e oggi un incendio a Settebagni e un guasto a Torino che stanno paralizzando la circolazione in due dei più importanti nodi d'Italia.
Ad essere onesti va detto che c'è stata anche una buona dose di sfortuna, perché tutti questi eventi complicati (laddove non catastrofici), si sono e si stanno ancora oggi irragionevolmente sovrapponendo tra di loro.
Basti pensare che con la linea AV chiusa tra Milano e Piacenza, per un allarme Coronavirus si è dovuta bloccare per un giorno anche la tratta "storica" creando una mezza apocalisse ferroviaria al nord Italia. Probabilmente una coincidenza che non avrebbe previsto nemmeno Nostradamus.
Una concatenazione di eventi che sinceramente era difficile da ipotizzare e che ha colpito sostanzialmente tutte le compagnie ferroviarie senza alcuna distinzione e che al contempo ha messo a nudo l'Italia come un paese ancora strutturalmente "fragile", che ha bisogno di risorse per poter offrire ai cittadini alternative più valide in casi fuori dall'ordinario come questi.
Ben vengano, dunque, tutte le innovazioni tecnologiche previste, così come tutti i lavori per realizzare nuove tratte o per migliorare quelle esistenti. Questo tragico inizio di 2020 ci ha mostrato che alle volte "la vita picchia duro" e di fronte a queste sfide bisogna farsi trovare con le spalle quanto più grosse possibili.