Ritorna un nuovo appuntamento con “Top & Flop”! la rubrica di Ferrovie.Info in cui annoveriamo personaggi, aziende, enti o categorie che si sono, a nostro avviso, distinti in positivo e in negativo questa settimana. 

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Partiamo!

Questa settimana, funestata dalla tragedia del Frecciarossa 9595, non ci sentiamo di assegnare top a nessuno.

Non abbiamo nessuna voglia di andare a cercare il buono (ammesso che ci sia) da una settimana così. Parliamo però di due flop, pur consapevoli che di fronte a tragedie di questo genere, i nostri top e flop sono insignificanti.

FLOP 1 - Il disastro di Lodi

Scriviamo a caldo, con qualche certezza sulla dinamica del disastro ma pochissime sulle responsabilità dell'incidente. Perché, è palese, responsabilità ci sono. Uno scambio lasciato in deviata su una linea da 300 km/h è inammissibile nel 2020, nell'AV iper-sicura italiana, su una delle infrastrutture più moderne ed efficaci d'Europa. 

Siamo raggelati da quanto è successo, mortificati per la scomparsa di due macchinisti (due lavoratori che hanno perso la vita sul posto di lavoro, e siamo a 46 scomparsi da inizio anno, altro dato raggelante) e spaventati da quello che potenzialmente può succedere sulle linee AV che fino all'altro giorno ci sono sembrate ottimisticamente infallibili. 

E poi, lo scriviamo da viaggiatori quali siamo, un pensiero: Pioltello, Lavino, Lodi.

Tre treni diversi ma tutti legati dalla costante circostanza di avere sul luogo dell'incidente lavori di manutenzione appena finiti (Lodi e Lavino) o non fatti/rimandati (Pioltello). Qualcosa da rivedere forse sulle modalità di manutenzione delle linee?

Ci rimettiamo alla Magistratura, sperando che a differenza di altre volte si vada veramente in fondo e che questo disastro (insieme alla perdita dei due Maestri) non sia stato vano.

FLOP 2 - Giornalismo italiano

Santo cielo, così no.

Badate bene, amici lettori: nessuno pretende che tutti i giornalisti generalisti siano esperti di treni, ferrovie e circolazione sui binari. Quello no.

Ma se uno non conosce bene un argomento, prima di scrivere può: a) chiedere a chi lo conosce b) parlare dello stesso senza entrare troppo nello specifico; in gergo si dice "volare alto alto".

Quasi nessuno ha pensato di farsi qualche domanda descrivendo il disastro di Lodi, ricostruendo spesso una realtà inesatta, con parole sbagliate e con racconti lontani dalla realtà che hanno fatto accapponare la pelle a migliaia di ferrovieri e appassionati. Le più citate? Scambio a rovescio, rotaie storte, colpi di sonno, la motrice coi soli motori, etc. etc.

E non ci riferiamo con questo sfogo principalmente, sia chiaro, a quei giornalisti che in diretta sono stati costretti a parlare di un disastro su due piedi, raccontando quello che vedevano e sbagliando - giustamente - qualcosa, vista l'impossibilità di reperire informazioni precise a poche ore (se non minuti) dal fatto.

Ci riferiamo piuttosto agli autori dei pezzi usciti sui quotidiani 24/48/72 ore dopo il disastro, quando c'era tutto il tempo di documentarsi ed evitare di ricostruire una scena fantasiosa che nulla a che fare con la realtà dei fatti.

Così il giornalismo forse non muore, ma sicuramente perde di credibilità. 

Volete una panoramica dettagliata di quanto "sparato" dai giornalisti negli ultimi giorni? Eccola qui: https://ferrovie.info/index.php/it/13-treni-reali/12858-ferrovie-incidente-del-frecciarossa-il-giornalismo-italiano-ha-poche-idee-ma-ben-confuse .

Buona lettura. E alla prossima settimana.

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