L’incidente occorso nella giornata di ieri al Frecciarossa 9595 ha rappresentato senza ombra di dubbio uno “spartiacque” nella storia dell’Alta Velocità italiana.

Fino ad oggi non era infatti mai accaduto un sinistro così grave sulla nostra rete AV. Chi ha qualche capello bianco ricorderà il deragliamento del Pendolino a Piacenza ma si trattava di una linea convenzionale e non di una tratta costruita con tutte le innovazioni tecnologiche conosciute ai nostri giorni.

Per questo motivo, numerosi giornalisti ma anche esperti più o meno tali, si sono lanciati già dalle prime ore del giorno in osservazioni fantasiose sul sistema AV italiano, ponendosi domande il cui obbiettivo sembrava abbastanza palesemente quello di “sparare sulla Croce Rossa” in una delle più brutte giornate delle Ferrovie dello Stato dell’epoca moderna.

Così, qualcuno si è domandato se la velocità adottata dai treni AV italiani sia troppo eccessiva, se non sia il caso di limitarla, se il sistema AV stesso sia sicuro, se sia rodato e testato, così come se sicuri e testati siano i convogli che su queste linee corrono.

Non siamo certamente noi a dover prendere le difese dei treni AV, ma in 15 anni di onoratissimo servizio, quello di ieri è il primo incidente grave accaduto ad una Freccia su linee dedicate.

Un sistema come quello italiano è un’eccellenza del nostro Paese, al punto tale che sono frequenti le visite di delegazioni straniere per osservarlo e, per quanto possibile, prenderne spunto.

Ed eccellenza assoluta, è innegabile, sono anche i treni che vi corrono sopra, che parimenti alle linee vengono testati centinaia di volte, con strumentazioni all’avanguardia e spingendone i limiti più in avanti rispetto a quanto richiesto proprio per non lasciare nulla al caso in fatto di sicurezza.

A nostro modo di vedere, dunque, non è corretto sparare sul sistema AV che ha cambiato radicalmente il nostro modo di viaggiare e di conseguenza anche la vita di molti di noi.

È giusto chiedere che sia appurata la verità, che qualcuno si assuma le sue responsabilità e che si continui ad investire per fare in modo che eventi simili non si ripetano mai più perché nessun dovrebbe andare a lavorare o a fare un viaggio senza la certezza di tornare a casa la sera.

Ma da qui a mettere in discussione un fiore all'occhiello come il sistema Alta Velocità italiano c’è di mezzo un abisso.

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