Lo scorso 19 gennaio un uomo di 58 anni residente in Albania, alla stazione di Prato, è salito sul treno che avrebbe dovuto portarlo a Viareggio.

Sceso per sbaglio a Pescia, e accortosi dell’errore, l’uomo si è aggrappato al treno che ormai era già in movimento, probabilmente sperando di poter aprire una porta e salire a bordo. Appeso lì fuori è riuscito a restare per circa un chilometro, fino a che le forze non lo hanno abbandonato.

Il corpo, ormai privo di vita, è stato scoperto solo dopo otto giorni, poco dopo le 16 di lunedì 27, tra gli argini in cemento di un fosso che attraversa i vivai pesciatini, a Castellare. Sul posto, nei pressi di via Santovecchio, è intervenuta inutilmente l’automedica del 118.

Terminati i rilievi da parte della Polifer e degli uomini del commissariato di Pescia, su disposizione del pm di turno in procura la salma è stata trasportata all'obitorio di Pistoia, in vista di un esame esterno da parte del medico legale per l’accertamento delle esatte cause della morte, che, ad ora, sembra siano dovuto alle lesioni subite alla testa e al collo nel fatale impatto contro il cemento dell’argine del fosso su cui proprio lì passa la ferrovia.

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